Il 28enne reggino Giacomo Gattuso nel marzo 2017 aveva pestato selvaggiamente don Giorgio Costantino colpevole di averlo rimproverato per gli schiamazzi notturni
Tutti gli articoli di Cronaca
PHOTO
Lo aveva solo rimproverato per gli schiamazzi notturni, ma a quella ramanzina aveva risposto con un pestaggio che ha lasciato il sacerdote don Giorgio Costantino in fin di vita. Per questo Giacomo Gattuso, 28enne di Reggio Calabria, è stato condannato ieri a 12 anni di carcere per tentato omicidio dai giudici di Reggio Calabria.
Sei mesi, con la sospensione condizionale della pena, sono stati inflitti a Simone Liconti, accusato di favoreggiamento , mentre è stato assolto Agostino Marco Ceriolo.
Tutto è avvenuto nella notte fra il 23 e il 24 maggio del 2017. Disturbato dagli schiamazzi, don Giorgio Costantino era uscito dalla canonica per affrontare quei ragazzi che da tempo frequentavano la piazzetta antistante e con i loro schiamazzi gli davano il tormento.
Quella notte erano entrati nel cortile della canonica, dove nei mesi precedenti il sacerdote aveva fatto installare una telecamera per identificare i vandali che regolarmente danneggiavano gli arredi. Ed è stato proprio quel sistema di videosorveglianza a raccontare l’aggressione. Le immagini mostrano il gruppo di ragazzi che si introduce in cortile e poco dopo l’arrivo di don Giorgio. Richiamati dal parroco, che forse ha minacciato di avvertire le forze dell’ordine, i ragazzi non si sarebbero né spaventati, né allontanati. 7
Al contrario. Li si vede mentre affrontano il sacerdote, lo circondano, iniziano a spintonarlo, probabilmente lo minacciano, lo insultano, poi qualcuno inizia a picchiarlo. Un’aggressione brutale, che al sacerdote ha causato un ematoma esteso che è stato necessario ridurre con un delicato intervento chirurgico, seguito da due giorni di coma farmacologico.
Una conseguenza della raffica di colpi ricevuta, che si è fermata solo quando qualcuno ha urlato a tutti di fuggire, temendo che Don Giorgio fosse stato colpito a morte. In pochi attimi il branco si è dileguato, ma grazie a quelle immagini e a un’indagine lampo dei carabinieri in poco più di 24 ore il gruppo è stato individuato e l’aggressore identificato.