Dall’agosto del 2018, in questo capoluogo, si sono verificati circa 20 episodi di danneggiamento e furto aggravato in danno di distributori automatici di snack e bevande dislocati in edifici pubblici (scuole, università, uffici pubblici) o privati. I sopralluoghi effettuati dal gabinetto Regionale di Polizia Scientifica hanno rilevato, in ben 18 occasioni, le stesse impronte digitali lasciate dall’autore dei furti che è stato identificato per F. G. nato a Palermo nel 1988, residente in Reggio Calabria, pluripregiudicato per analoghe fattispecie di reato, che è stato anche riconosciuto attraverso le immagini delle telecamere di sorveglianza di alcuni degli Istituti derubati.

Di fatto un seriale “ladro di merendine” che, introducendosi negli edifici nei quali sono installati distributori automatici di snack e bevande, ne scassinava le gettoniere e gli scaffali impadronendosi delle monete e delle merendine. Lungi dal costituire un danno di lieve entità sia per le società di distribuzione delle apparecchiature che per gli utenti, è stato calcolato che tra i costi di ripristino delle apparecchiature e quelli dei mancati incassi per il “fermo macchina” l’attività del “ladro di merendine” ha provocato un danno economico pari ad almeno 20mila euro.

Questa mattina F.G. è stato tratto in arresto dall’Ufficio Prevenzione generale della Questura in ottemperanza alla misura cautelare in carcere emessa dal gip di Reggio Calabria, Maria Cecilia Vitolla, su richiesta della Procura della Repubblica Reggina diretta dal procuratore Giovanni Bombardieri, per i reati di danneggiamento e furto aggravato continuato. A seguire le indagini e ad effettuare l’arresto, insieme agli altri investigatori dell’Ufficio Prevenzione Generale della Questura, è stato l’assistente capo della Polizia di Stato  Luigi Fazio.  Pertanto, il poliziotto Fazio ha arrestato il “ladro di merendine” nel più classico sequel del romanzo di Andrea Camilleri. Il questore Maurizio Vallone: «Il maestro Andrea Camilleri direbbe “questa volta Fazio è stato più bravo di Montalbano».