Di soli 10 anni, fu rapito dalla 'ndrangheta nel luglio 1984 a Lazzaro. Il sacerdote reggino a Lazzaro dinnanzi a quasi mille persone: «Dobbiamo sentirci costantemente mobilitati, come cristiani e come cittadini»
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Il sequestro di persona è stata per la 'ndrangheta un modo per accumulare capitali che venivano investiti nell’acquisto di droga e armi da rivendere nei mercati europei e mondiali. I rapimenti di maggiore impatto mediatico furono il sequestro di John Paul Getty III nel 1973, quello di Cesare Casella nel 1988 e quello di Alessandra Sgarella nel 1997.
L’Anonima sequestri calabrese iniziò a violare il suo codice d’onore, nascondendo anche bambini in Aspromonte, già dal 1974 con Francesco Cribari, rapito nei pressi della Sila nel cosentino.
Come lui avevano 10 anni anche Lupini, rapito a Molochio con la madre Fausta nel 1983, e Vincenzo Diano sequestrato dalla ‘Ndrangheta a Lazzaro di Motta San Giovanni, nel Reggino, nel luglio del 1984.
Solo pochi giorni dopo il rapimento a Lazzaro l'indimenticato sacerdote reggino don Italo Calabrò invocò la liberazione del piccolo, durante un’omelia che rimase impressa nella storia. A quella celebrazione Eucaristica parteciparono quasi mille persone. In tanti ascoltarono quelle ferme e inedite per l'epoca parole di condanna dell'operato dei mafiosi, pronunciate da don Italo Calabrò, autentico pioniere dell'antimafia sociale. I festeggiamenti in onore della Madonna delle Grazie erano stati sospesi. La comunità parrocchiale, con un coraggioso e fermo comunicato, aveva condannato il vile gesto. Il piccolo fu liberato il 7 ottobre dello stesso anno, dopo 72 anni di prigionia.
L’omelia a Lazzaro dinnanzi a mille persone
«Cari amici e fratelli nella fede, Don Mimmo Marino (parroco di Lazzaro, ndr) ha introdotto questa celebrazione liturgica ed ha evidenziato i motivi che ci hanno qui riuniti, attorno all’altare di Dio, per un momento di preghiera in una pubblica piazza, come esterna ed impegnativa celebrazione di fede in un momento così drammatico per la famiglia del piccolo Vincenzo Diano e, di riflesso, per Lazzaro e per tutta la nostra provincia di Reggio.
È necessario dare una risposta non a questa domanda: “Perché è stato rapito Vincenzo Diano? ”. Piuttosto a questa: “Perché è stato rapito un bambino? Perché è stato oppresso un uomo? ” (...)».
«La Madonna ottenga dunque a questa gente generosa di Lazzaro di essere impegnata in una campagna che non può esaurirsi stasera. Quando Vincenzo tornerà - noi ci auguriamo che sia al più presto - nelle braccia di papà e mamma, noi non possiamo dire: disarmiamo, perché un fatto simile potrà avvenire in un paese vicino, in un'altra città, perché non abbiamo stabilito una cultura, un sistema, una civiltà nuova.
Noi dobbiamo sentirci costantemente mobilitati, come cristiani e come cittadini, per portare avanti questi valori di giustizia, di libertà, di pace, di rispetto della vita, di ogni vita umana, dal momento in cui è concepita fino al momento in cui, per una lunga, cronica malattia, si consuma in vecchiaia la lenta dissoluzione; per rispetto della vita umana di chi dispone di mezzi economici e della vita umana, di chi è solo, di chi è povero, di chi è debole».
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