Un messaggio virale che invita a votare No spiega cosa accadrebbe se passasse la riforma costituzionale sulla riduzione dei parlamentari. Ma è l’ennesima fake news
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Un tempo gli elettori dovevano districarsi soltanto tra le promesse elettorali, cercando di scremare tra vero, verosimile e bugie conclamate. Oggi la prima insidia è rappresentata invece dalle bufale che dilagano sui social e nelle chat di WhatsApp.
A questa regola non si sottrae neppure il referendum in programma il 20 e 21 settembre, attraverso il quale gli italiani sono chiamati a confermare o bocciare la riforma che prevede la riduzione del numero di parlamentari, approvata alla fine del 2019. Qualora vincesse il Sì il numero dei componenti della Camera dei Deputati passerà da 630 a 400, mentre quelli del Senato da 315 a 200. Inoltre, i senatori a vita non potranno essere mai più di 5 in carica contemporaneamente. Questo è tutto. Non c’è altro, meno che mai norme che riguardino i poteri legislativi.
Eppure, grande diffusione sta avendo una bufala, che rimbalza di chat in chat e di post in post, secondo la quale la stampa starebbe tacendo i veri cambiamenti che verrebbero introdotti con il Sì alla riforma costituzionale.
«Votando SI, c'è la possibilità di mandare a casa una buona parte di questi parassiti - si legge nel testo bufala -. L'idea è davvero irresistibile. Circa 200 parassiti in meno! Poi, ho deciso di scaricare da Internet l'intero testo costituzionale che andremo a votare il 20 settembre e ops... che cosa scopro???!!! Votando SI al referendum non solo chiediamo la riduzione dei parlamentari ma andremo a modificare anche le funzioni, le competenze e le modalità di elezioni di questi».
Il meccanismo psicologico è usurato ma efficace: “Io sono furbo e ho scaricato da Internet l’intero testo costituzionale. Fatevi furbi anche voi”. In realtà non c’è nulla di “segreto” da scaricare, basta consultare la Gazzetta ufficiale numero 240 del 12 ottobre 2019 e prendere visione del fatto che la legge costituzionale sottoposta a referendum è composta di soli 4 articoli.
Invece, la fake news favoleggia di articoli inesistenti (fino a 39) e altrettanto fantomatiche “disposizioni transitorie” che stabilirebbero la designazione dei senatori da parte “di consiglieri e sindaci su liste preparate dai partiti”. Insomma, bufala all’ennesima potenza.
Lo stesso canovaccio viene seguito da altre pseudo-notizie un po’ più elaborate, che per apparire credibili hanno attinto a piene mani dalla riforma costituzionale Renzi-Boschi, che fu bocciata dagli elettori nel 2016 proprio con un referendum.
Il consiglio, dunque, è sempre lo stesso: informarsi, attingere da più fonti incrociando le informazioni per verificarle e, soprattutto, evitare di condividere immediatamente ogni cosa che capita sui nostri cellullari. Chi avvelena i pozzi della democrazia ha bisogno di portatori d’acqua contaminata. E i nostri cellulari sono i secchi.