È in corso dalle prime ore di questa mattina un’ operazione dell’Arma dei Carabinieri di Reggio Calabria, coordinata dalla Procura della Repubblica di Palmi, in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di 7 persone, ritenute responsabili, a vario titolo, di rapina, falsificazione di monete, furto, ricettazione, danneggiamento e delitti in materie di armi e in materia di stupefacenti. Le indagini hanno accertato che l’organizzazione sgominata con l’operazione odierna – dedita alle rapine ai cacciatori – aveva programmato di acquisire il controllo mafioso del territorio di Seminara, attraverso condotte violente soprattutto con l’utilizzo di armi. Almeno dieci gli episodi denunciati da cacciatori, nei quali gli indagati, con l’esplosione di colpi di arma da fuoco a scopo intimidatorio, hanno imposto di consegnare i fucili.

 

 

Gli indagati

Domenico Scicchitano, cl. 86 di Seminara;

 Salvatore Filippo Alampi, cl. 98 di Seminara;

Giuseppe Domenico Laganà Comandè cl’ 98 di Seminara;

Michele Cilona  cl. 82 di Palmi;

 Domenico Gioffrè cl. 93 di Seminara;

Andre’ Oscar Brizzi cl. 96 di Palmi;

Diego Orfeo cl. 97 di Sinopoli.

 

Le indagini

Le indagini dei militari della Compagnia di Palmi, coordinate dal sostituto procuratore Ignazio Vallario, sono state avviate a seguito del danneggiamento a mezzo arma da fuoco ai danni di un’abitazione e di un’autovettura a Seminara. Circostanze che hanno permesso di documentare i ruoli di Alampi, Scicchitano, Lagana’, Orfeo e Brizzi nella commissione di rapine ai danni di cacciatori, tra Palmi e Seminara. Gli episodi oggetto di approfondimento investigativo erano tutti caratterizzati dal medesimo modus operandi, con sopralluoghi preliminari nelle zone delle rapine, l’impiego due o tre persone, travisati e armati di pistola, nonché pianificando le vie di fuga in territorio aspromontano.

Dieci rapine

Le attività hanno permesso di far luce su dieci rapine, commesse fra il novembre 2016 e il settembre 2018, grazie alle quali gli indagati sono riusciti ad impossessarsi di almeno dieci fucili da caccia, abitualmente nascosti nei pressi di casolari disabitati nelle campagne seminaresi, a cui potevano facilmente accedere anche di giorno per prelevarle senza destare alcun sospetto. In alcuni episodi, la spregiudicatezza ha condotto i malviventi ad esplodere colpi di arma da fuoco a scopo intimidatorio, per interrompere il tentativo di reazione delle vittime.

Soldi contraffatti 

Lo sviluppo delle attività tecniche ha altresì fatto emergere le responsabilità di Alampi e Gioffrè sia nella produzione di banconote e monete contraffatte, sia nella loro immissione in circolazione, tramite la spendita in esercizi pubblici. Lo stesso Gioffrè e Cilona si sono resi responsabili di detenzione e spaccio di sostanza stupefacente del tipo marijuana. Nel corso delle indagini sono state inoltre documentate, nei confronti degli odierni destinatari delle misure, condotte predatorie come il furto di carburante da mezzi parcheggiati in sosta. Al termine delle formalità di rito sono stati condotti nelle Carceri di Reggio Calabria Arghillà a disposizione dell’Autorità Giudiziaria.