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Nuova inchiesta della Procura di Catanzaro che con il pm Debora Rizza ha chiuso le indagini preliminari nei confronti di quattro indagati, tutti del Vibonese. Si tratta di: don Felice La Rosa, 43 anni, di Calimera (frazione di San Calogero), ex parroco di Zungri; Miroslaev Iliev, 30 anni, di nazionalità bulgara, residente a Vibo (già condannato a 5 anni e 6 mesi nell’operazione “Settimo Cerchio”) ed attualmente detenuto; Mariano Mamone, 55 anni, di Parghelia; Luciano Restuccia, 53 anni, nativo di San Calogero ma domiciliato a Mileto.
Per don Felice La Rosa - che nel febbraio scorso ha lasciato gli arresti domiciliari ed è ritornato in libertà su istanza dell’avvocato Francesco Stilo – la nuova accusa è quella di detenzione di materiale pedopornografico in ingente quantità, realizzato utilizzando minori di 18 anni. Sul suo telefonino, sequestrato il 16 novembre 2016, gli investigatori hanno infatti trovato 132 immagini pedopornografiche. Il 25 settembre scorso, don Felice La Rosa è stato condannato a 2 anni e 4 mesi al termine dell’operazione denominata “Settimo Cerchio” condotta dalla squadra Mobile di Vibo Valentia. Il parroco ed il pensionato Francesco Pugliese, 65 anni, di Zungri (condannato a 2 anni e 8 mesi) secondo l’accusa avrebbero avuto rapporti sessuali con minorenni – reclutati dal bulgaro Miroslaev Iliev – dietro pagamento di 50 euro a prestazione. Venti euro sarebbero state trattenute dal bulgaro e 30 dal ragazzo minorenne.
La nuova inchiesta vede quindi ora indagato ancora Miroslaev Iliev con l’accusa di prostituzione minorile aggravata per aver reclutato, favorito, sfruttato ed organizzato la prostituzione di un 16enne dietro la corresponsione di somme di denaro o altra utilità. Con tali condotte avrebbe avviato il ragazzo minorenne al meretricio consentendo a Mariano Mamone di consumare con il minore rapporti sessuali in cambio di denaro dai 25 sino a 50 euro. Le condotte sarebbero avvenute dall’estate del 2015 sino all’estate del 2016 a Zungri ed a Parghelia.
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Stessa accusa di aver compiuto atti sessuali con il medesimo ragazzo straniero minorenne, dietro somme di denaro sino a 50 euro, anche quella mossa ei confronti di Luciano Restuccia. La contestazione riporta quale luogo di commissione Mileto, dall’ottobre del 2015 all’ottobre del 2016. Mariano Mamone è poi accusatodi aver tentato di compiere atti sessuali su altri due ragazzi stranieri minorenni che però avrebbero opposto un rifiuto alle avances. I fatti al centro delle contestazioni si sarebbero verificati a Zungri nei mesi di giugno e settembre 2016.
Tutti gli indagati avranno ora venti giorni di tempo dalla notifica dell’avviso di conclusione delle indagini preliminari per chiedere al pm di essere interrogati o presentare eventuali memorie difensive attraverso i rispettivi avvocati.