Riemergono indagini contro gruppi imprenditoriali dello Jonio ma anche le inchieste su Calabria Verde
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Nel prossimo mese di giugno, la sezione disciplinare del Csm riprenderà il processo a carico di Eugenio Facciolla, su cui pendono tre capi d’incolpazione. La questione, nel caso di specie, è tutt’altro che di facile lettura, perché si tratta di una vicenda disciplinare che si intreccia con l’attività investigativa della procura di Castrovillari, da pochi mesi guidata dal procuratore capo Alessandro D’Alessio. Senza voler entrare nel merito della vicenda, che dovrà essere valutata e approfondita dalle parti in causa, dalle carte dell’inchiesta emergono altri aspetti di non poco conto che riportano la Calabria, e più precisamente la provincia di Cosenza, al centro dell’attenzione giudiziaria.
Come le inchieste della procura di Castrovillari nei confronti del gruppo iGreco, su cui pende una richiesta di rinvio a giudizio, che sarà discussa in udienza preliminare, firmata dal sostituto procuratore Luca Primicerio che in sede testimoniale, dinanzi al procuratore generale Giovanni Di Leo, ha spiegato la sua attività. Accertamenti partiti, a dire di Primicerio, subito dopo il suo ingresso in procura, quando si è imbattuto in un fascicolo relativo “all’affidamento in regime di proroga di un appalto di raccolta e trasporto rifiuti nel comune di Cariati".
Nel corso della sua escussione, il pm Primicerio ha evidenziato come Facciolla gli avrebbe accennato il fatto che in una intercettazione qualcuno dei Greco avrebbe dichiarato che l’ex procuratore di Castrovillari ce l’avesse con Filomena Greco, all’epoca (e anche ora) sindaco di Cariati. Nel prosieguo della testimonianza - la difesa di Facciolla, rappresentato dall’avvocato Ivano Iai, ha fatto notare la mancanza delle domande della procura generale, tema che probabilmente sarà argomento preliminare davanti alla sezione disciplinare - Primicerio dice di aver preso atto del fatto che la procura di Salerno, nel mentre il Csm disponeva il trasferimento di Facciolla a Potenza, con le funzioni di giudice civile, aveva intercettato una conversazione, forse una delle tante, tra l’allora capo della procura di Castrovillari e lo stesso Primicerio.
«Prendo atto che da due conversazioni intercettate tra me e il dott. Facciolla emerge un suo interesse a verificare i contatti dei componenti della famiglia Greco a cavallo della data di trasmissione degli atti che lo riguardavano alla A.G. di Salerno, come da conversazioni di cui ricevo lettura e prendo visione. L’iniziativa di farli esaminare è mia ed è legata all’indagine per corruzione» ha detto Primicerio. «Certamente il dott. Facciolla ha manifestato interesse per il contenuto dei telefoni legato alle sue vicende giudiziarie e disciplinari, ma non ho percepito che i suoi inviti e suggerimenti fossero finalizzati a questo. Posso dire con riferimento alla conversazione del 6 dicembre 2019 che a quella data la situazione del procuratore non era chiara a me come ad altri sostituti dell’Ufficio, ricordo che lui è venuto in ufficio almeno nella prima metà di dicembre in quanto ricordo di averlo visto. Certamente è stato in ufficio prima di una cena che organizzammo a Cosenza una settimana prima del mio compleanno, il 19 dicembre del 2019, e che fu una cena di auguri di Natale. Certamente sapevamo che vi era stato la notifica del provvedimento disciplinare» ha proseguito Primicerio «ma non ne avevo compreso bene gli effetti». Il magistrato sentito dalla procura generale della Cassazione fa parte del Consiglio Giudiziario di Catanzaro dal settembre del 2021, ovvero un periodo successivo agli eventi ricostruiti nei verbali.
«Facciolla era in malattia, non ha dato nessun incarico a Primicerio»
Gli altri aspetti della vicenda disciplinare, che ricordiamo è stata archiviata anche dal punto di vista penale, proseguono con il dopo Facciolla. Ed è a questo proposito che l’avvocato Ivano Iai, al nostro network, ha precisato che «Facciolla non era più procuratore di Castrovillari dal primo febbraio 2020, quindi tutto ciò che è avvenuto prima ovviamente è avvenuto in costanza di sua permanenza come capo dell’ufficio. Proprio durante questo periodo Primicerio si recò a casa di Facciolla, che in quel momento era in malattia, per chiedere l’assegnazione di un fascicolo. Cosa che non poteva fare visto che il vicario in quel momento era un altro magistrato», ovvero la dottoressa Valentina Draetta, anche lei sentita dalla procura generale della Cassazione. «Facciolla - ha aggiunto l’avvocato Iai - non ha mai chiesto lo svolgimento di investigazioni, perché emergevano già dagli atti quegli aspetti che la procura generale ritiene siano stati oggetto di stimolo da parte del procuratore affinché Primicerio facesse le indagini».
Secondo l’avvocato Iai quindi «non c’è alcuno scandalo quando un magistrato chiede di approfondire profili che possano costituire eventualmente notizie di reato. Se il pm non lo fa commette un’omissione d’atti d’ufficio».
L’inchiesta su Calabria Verde
Un’altra vicenda legata alla procura di Castrovillari è quella dell’inchiesta sulla dirigente di Calabria Verde, Antonietta Caruso, oggetto di procedimento penale alle falde del Pollino, ma presente anche nel processo ordinario in corso a Salerno contro Facciolla, il maresciallo dei carabinieri forestale Carmine Greco e del carabiniere forestale Alessandro Nota. In questo caso la procura generale della Cassazione ha audito il pm Angela Continisio, titolare del fascicolo sulla Caruso e al lavoro su un altro procedimento penale riguardante la famiglia Greco. A domanda del procuratore generale Giovanni Di Leo, la dottoressa Continisio ha precisato che «Facciolla non mi ha mai parlato dell’identità della fonte confidenziale del maresciallo Greco», che in realtà era l’imprenditore boschivo Antonio Spadafora di San Giovanni in Fiore, arrestato e condannato in primo grado nell’ambito del processo Stige.
Nel verbale inoltre il pm Continisio ha spiegato che i suoi rapporti con Carmine Greco, rispetto alle indagini in corso, erano solo formali, come quelli «che si hanno con un ufficiale di p.g. delegato alle indagini». Infine, «non ho mai appreso da Facciolla che il maresciallo Greco gli aveva parlato dopo l’ordinanza Stige della presenza di intercettazioni tra lui e Spadafora relative alla vicenda Caruso, almeno fino al momento dell’arresto del maresciallo Greco a luglio 2018. Ricordo che dopo l’ordinanza ovviamente parlammo con il procuratore del comportamento del maresciallo Greco che anche lui considerò anomalo e da cui si sentì tradito in un certo senso». La dottoressa Angela Continisio, in conclusione di escussione, ha evidenziato di non aver ricevuto «alcuna forma di condizionamento nello svolgimento delle indagini».
Le domande su Stm e la gestione della procura di Castrovillari
La procura generale della Cassazione, tuttavia, si sarebbe interessata anche alla vicenda Stm, l’azienda di Pietrafitta finita al centro dell’indagine Exodus, ma non è chiara l’attività a cosa sia finalizzata, se strettamente collegata all’inchiesta della procura di Napoli o riconducibile agli accertamenti svolti dalla procura di Salerno.
Tornando alla procura di Castrovillari, così da chiudere questo capitolo, la procura generale della Cassazione ha anche escusso la dottoressa Valentina Draetta, la quale ha chiarito l’iter che l’aveva portata a diventare procuratore vicario della procura di Castrovillari, ruolo che non poteva svolgere visto il regime d’incompatibilità dovuto alla relazione sentimentale con un altro pm in servizio nella città del Pollino. Funzioni che poi sono passate alla dottoressa Simona Manera, che ha mantenuto l’incarico fino all’arrivo di D’Alessio.