Paola Lucente, presidente della Corte d’Assise di Cosenza, interviene con una nota ufficiale per sottolineare la necessità di adeguare le strutture del Tribunale di Cosenza, in vista delle crescenti esigenze legate ai maxi-processi come “Reset” e il prossimo “Recovery”. L’appello, indirizzato alle principali autorità giudiziarie e forensi, evidenzia la possibilità di gestire queste complesse attività processuali senza ricorrere a costosi trasferimenti in altre sedi.

Maxi processi a Cosenza, situazione complessa

Nella nota, il Presidente Lucente esprime il proprio sostegno alle iniziative intraprese dal Consiglio dell’Ordine degli Avvocati (COA) di Cosenza per adeguare l’aula 1 della Corte d’Assise. L’obiettivo è quello di rendere l’aula idonea ad accogliere il processo "Reset", attualmente celebrato in condizioni precarie. La fase attuale ha visto il processo spostarsi dall’aula bunker di Lamezia Terme, dichiarata inagibile, a quella di Castrovillari.

«Tengo a manifestare la mia condivisione rispetto all’adeguamento dell’aula della Corte d’Assise per il motivo evidenziato» afferma Paola Lucente, sottolineando la rilevanza di una soluzione locale per evitare trasferte dispendiose.

Aule da adeguare

Nonostante il sostegno all’iniziativa, Paola Lucente chiarisce che l’aula 1 non è sufficiente per gestire l’intero carico di lavoro previsto. «La sola aula della Corte d’Assise non è sufficiente per lo svolgimento di tutta l’attività giurisdizionale che in essa dovrebbe essere convogliata» evidenzia il Presidente.

L’aula 1 è infatti già utilizzata per le udienze della Corte d’Assise e, secondo quanto stabilito dal decreto tabellare del 3 ottobre 2024, ospita anche le udienze del secondo collegio penale nelle settimane centrali di ogni mese. Questa concomitanza operativa complica ulteriormente la situazione.

In aggiunta, l’arrivo imminente del maxi-processo “Recovery” – che coinvolgerà circa 300 imputati e altrettanti capi d’imputazione – solleva la necessità di una pianificazione straordinaria. «Sarà inevitabile la contemporaneità della trattazione con il processo "Reset", rendendo urgente reperire un’altra aula idonea alla sua celebrazione» sottolinea il Presidente.

Proposte per una gestione efficiente

Per affrontare queste problematiche, Lucente propone un piano strutturato per sfruttare al massimo le risorse già disponibili nel Tribunale di Cosenza:

  • Adeguamento dell’aula 9: Questa sala, di dimensioni analoghe all’aula 1, potrebbe essere attrezzata con ulteriori microfoni e apparecchi telefonici per consentire comunicazioni riservate tra difensori e parti in videoconferenza. Attualmente, l’aula dispone di 14 microfoni e 7 telefoni, ma la Presidente suggerisce un incremento per soddisfare le esigenze dei maxi-processi.
  • Utilizzo dell’aula 16: In passato utilizzata per le udienze della Corte d’Assise d’Appello, l’aula 16 potrebbe essere attrezzata come sala aggiuntiva o destinata ad accogliere pubblico e praticanti procuratori. Questo permetterebbe di alleggerire il carico nelle aule principali.
  • Implementazione delle tecnologie esistenti: Lucente sottolinea che sia l’aula 1 sia l’aula 9 sono già predisposte per videoconferenze e videoregistrazioni. «L’implementazione delle attrezzature già presenti è meno dispendiosa rispetto alle trasferte a cui collegi penali, Corti d’Assise e parti processuali sono costretti» afferma.

Modello collaudato nel passato

La nota ricorda come, in passato, il Tribunale di Cosenza sia stato in grado di gestire maxi-processi complessi senza ricorrere a trasferimenti in sedi esterne. Tra i procedimenti di maggiore rilevanza si citano “Missing”, “Tela del Ragno”, “Twister” e “Tamburo”, tutti celebrati con un consistente numero di imputati.

Un appello alle Istituzioni

Il Presidente della Corte d’Assise chiude la nota esprimendo fiducia nelle interlocuzioni in corso con le altre istituzioni coinvolte – tra cui il Presidente della Corte d’Appello di Catanzaro e il Presidente del Tribunale di Cosenza – auspicando soluzioni rapide ed efficaci.