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E’ tornato a deporre in aula come ormai ogni venerdì Giuseppe Giampà, ex boss dell’omonimo clan e ora collaboratore di giustizia. Ascoltato nel dibattimento del processo Perseo, con la presidenza di Carlo Fontanazza e, a latere Aragona e Monetti, il pentito è stato nuovamente sottoposto al controesame degli avvocati.
I legali in questa seduta lo hanno interrogato cercando spesso di approfondire alcune circostanze riferite da un altro pentito, Angelo Torcasio. Le incongruenze tra quanto raccontato dai due pentiti in alcun casi sono state evidenti. A volte Giampà ha decisamente smentito Torcasio. Come per le accuse di avere fatto uso di cocaina e di avere preso parte a festini che si sarebbero svolti tra Gizzeria e Falerna. Ma non solo. Per l’ex boss del clan Giampà falsa sarebbe stata anche la circostanza, sempre riferita dall’altro pentito, che lui abbia avuto una relazione extra coniugale con la cognata di Torcasio. Relazione che proprio Torcasio gli avrebbe chiesto di interrompere.
Anche sul progetto di uccidere Antonio Voci, imputato a sua volta nel processo per l’omicidio di Francesco Torcasio, GIampà ha smentito Torcasio e ha negato di avere mai avuto intenzione di uccidere Voci, quasi ironizzando sul fatto che se ne avesse avuta l’intenzione, non avrebbe avuto impedimenti a portare a termine il gesto.
di Tiziana Bagnato