Secondo filone investigativo della Dda di Salerno sulla vicenda che riguarda l'ex giudice Marco Petrini e l'avvocato Marcello Manna, accusati di aver "aggiustato" la sentenza d'appello in favore del capoclan bruzio. Coinvolti anche l'ex moglie di quest'ultimo e il penalista Luigi Gullo
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Nuovo capitolo giudiziario sulla presunta corruzione in atti giudiziari tra l'ex giudice della Corte d'Assise d'Appello di Catanzaro, Marco Petrini, e l'avvocato del foro di Cosenza, Marcello Manna. Il procedimento penale a carico dei primi due imputati è giunto alla fase del giudizio di secondo grado, dopo le condanne inflitte dal gup distrettuale di Salerno. Oggi, invece, la novità è rappresentata dall'avviso di conclusioni delle indagini preliminari a carico di quattro persone, ritenute complici della vicenda che ha riguardato il processo sull'omicidio di Luca Bruni.
Processo sull'omicidio di Luca Bruni, nuovi indagati
Attualmente, il pubblico ministero antimafia Francesca Fittipaldi ha iscritto nel registro degli indagati il boss di Cosenza, Francesco Patitucci, l'ex moglie Rosanna Garofalo, l'ex pentito Roberto Porcaro, già "reggente" della cosca "Lanzino-Patitucci" di Cosenza, e l'avvocato Luigi Gullo, difensore di Francesco Patitucci nel processo sul delitto di stampo mafioso commesso ad Ortomatera il 3 gennaio del 2012 da Daniele Lamanna e Adolfo Foggetti su mandato di Franco Bruzzese e Maurizio Rango.
Il pentimento di Adolfo Foggetti
Per ricostruire l'inchiesta della Dda di Salerno è necessario fare un passo indietro. Il filone investigativo che riguarda la morte dell'ultimo boss della famiglia "Bella bella" di Cosenza aveva avuto un impulso decisivo il 17 dicembre 2014, allorquando Adolfo Foggetti decise di collaborare con la giustizia. L'ex "reggente" del clan "Rango-zingari" di Cosenza aveva fatto scoprire il corpo di Luca Bruni, sotterrato in un terreno distante pochi metri dal luogo in cui avvenne l'agguato mortale. Grazie alle dichiarazioni del "Biondo", altri due soggetti hanno "saltato il fosso": Bruzzese e Lamanna.
Il processo contro Patitucci e Porcaro
Le propalazioni dei pentiti avevano quindi insospettito i magistrati antimafia del fatto che anche gli italiani avessero partecipato alle fasi preparatorie dell'assassinio. Così, prima i primi due a finire nel mirino della Dda di Catanzaro erano stati Patitucci e Porcaro. Sebbene nel processo di primo grado, il boss di Cosenza fu condannato a 30 anni di carcere con il rito abbreviato, in appello (con giudice Petrini) l'imputato venne assolto così come il suo "braccio destro". Assoluzione poi confermata anche dai giudici di legittimità.
L'arresto di Petrini
Un mese prima che scoppiasse la pandemia da coronavirus, la Dda di Salerno arresta il giudice Marco Petrini nell'ambito dell'operazione Genesis. Le accuse sono gravissime in concorso con un avvocato, Francesco Saraco, e un medico in pensione dell'Asp di Cosenza, Emilio Mario Santoro. Di recente la Cassazione ha annullato con rinvio la sentenza di condanna di secondo grado, invitando il collegio giudicante di riqualificare la fattispecie di reato.
Il video della discordia
Durante il primo periodo di collaborazione con la giustizia, al magistrato Marco Petrini viene chiesto anche dell'avvocato Marcello Manna. Se in un primo momento, il togato non sembrava di ricordare nulla, in un secondo momento riferisce che il penalista gli avrebbe proposto di "aggiustare" la sentenza in favore di Francesco Patitucci. A sostegno di questa tesi, la procura antimafia campana estrapola dagli atti del fascicolo un video nel quale si vedrebbe l'avvocato Manna consegnare una busta chiusa a Petrini. Quest'ultimo dirà che all'interno c'erano soldi in contanti per favorire il boss di 'ndrangheta, poi assolto in appello, le cui motivazioni sono state scritte però dal giudice a latere che componeva il collegio giudicante.
Il "falso" pentimento di Porcaro
E qui arriviamo al "primo tempo" della nuova inchiesta. La Dda di Salerno procede per Marcello Manna, ritenendo sufficienti le dichiarazioni di Petrini collegate al video a disposizione della Guardia di Finanza di Crotone, e non procede per Francesco Patitucci e Luigi Gullo. Ma arriva il "falso" pentimento di Roberto Porcaro, il quale rende dichiarazioni sul caso, parlando delle somme contanti consegnate agli avvocati di Patitucci. Tuttavia, Porcaro ritratta tutto e, com'è noto, le sue propalazioni in dibattimento non hanno processuale.
Le nuove accuse
La procura di Salerno però non si è scoraggiata e ha costruito il capo d'imputazione secondo questa impostazione. «Poiché Roberto Porcaro, Rosanna Garofalo, Luigi Gullo e Francesco Patitucci concorrevano tra loro (e con Marcello Manna e Marco Petrini) alla corruzione del giudice Petrini, presidente della Corte d'Assise d'Appello di Catanzaro, onde ottenere, in grado di Appello, l'assoluzione di Francesco Patitucci dal reato di concorso, quale mandante, nell'omicidio di Luca Bruni per il quale il predetto era stato già condannato, in primo grado, alla pena di 30 anni di reclusione».
E ancora: «In particolare, Roberto Porcaro e Rosanna Garofalo, quest'ultima su disposizione del coniuge Francesco Patitucci (detenuto), consegnavano nelle mani dell'avvocato Luigi Gullo la somma di 30mia euro destinata a corrompere (ad opera dei legali Gullo e Manna) il giudice Petrini il quale 8dopo aver già ricevuto dall'avvocato Marcello Manna nel maggio 2019 una prima tranche di denaro pari a 5mila euro) riceveva da Gullo in altre due tranche (nell'ottobre e nel dicembre 2019) la somma di euro 10mila». Il tutto per agevolare la cosca di 'ndrangheta denominata "Patitucci-Lanzino-Ruà", di cui Patitucci è esponente apicale e Porcaro stesso partecipe.
Le fonti di prova
Il magistrato che coordina le indagini intende provare queste accuse attraverso varie fonti di prova. A partire dall'informativa riepilogativa depositata dalla Gdf di Crotone il 1 agosto 2024, fino ad arrivare alla sentenza di primo grado del gup di Catanzaro che condannò Patitucci. Ed inoltre, vari verbali d'udienza del processo contro Patitucci davanti alla Corte d'Assise d'Appello di Catanzaro, il verbale d'interrogatorio di Roberto Porcaro che porta la data del 26 luglio 2023, i colloqui in carcere tra Patitucci e Rosanna Garofalo e vari interrogatori svolti dalla Dda di Salerno ad inizio del 2024.
Nel collegio difensivo figurano gli avvocati Gianluca Garritano, Mario Scarpelli e Michele Tedesco.