L’operazione coordinata dalla Dda di Catanzaro portò all’arresto di quella che veniva considerata la generazione rampante della cosca Giampà di Lamezia Terme
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Si è chiuso in Corte d’Appello il processo “Nuove Leve” per gli imputati che hanno optato per il rito abbreviato. Cinque condanne sono state confermate, mentre quattro rideterminate tre le assoluzioni.
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L’operazione, coordinata dalla Dda di Catanzaro, scattò il 24 febbraio 2017 e portò all’arresto di quella che veniva considerata la generazione rampante della cosca Giampà di Lamezia Terme. Con i vertici in carcere, le nuove leve avrebbero avuto il compito di portare avanti gli affari, dedicando a estorsioni, "sgarri" e intimidazioni.
Le accuse vanno dall’associazione a delinquere all’estorsione con diversi capi d’imputazione per intimidazione. Il collegio difensivo è composto, tra gli altri, dagli avvocati Francesco Gambardella, Giuseppe Spinelli, Antonio Larussa, Wanda Bitonte, Salvatore Cerra, Saverio Loiero, Ramona Gualtieri, Rita Cellini, Giusy Caliò, Sebastiano Pipicella, Lucio Canzoniere, Pasquale Naccarato, Francesco Iacopino e Antonio Lomonaco.
Ad essere assolti sono stati Eugenio Giampà, Gregorio Scalise (attualmente in carcere e per il quale è stata ordinata la scarcerazione), Francesco Mario De Vito, Danilo Cappello (con ordine di scarcerazione), Andrea Mancuso, Vincenzo Vigliaturo. Hanno, invece, avuto una rideterminazione della pena Michele Muraca (passa da 6 anni e 600 euro di multa a 2 anni e 8 mesi di reclusione), Francesco Marco De Vito ( da 9 anni e 4 mesi a cinque anni e 4 mesi di reclusione e 4.000 euro di multa), Andrea Mancuso (da quattro anni e tre mesi a 3 anni e 4.000 euro di multa), Vincenzo Vigliaturo (da quattro anni e tre mesi a 3 anni di reclusione). Confermate le pene di primo grado per Vincenzo Giampà detto “Il Camacio” cinque anni, quattro mesi e quattro mila euro di multa, Roberto Castaldo, 10 anni; Giuseppe Paone, 8 anni; Francesca Allegro, 8 anni e Maria Muraca, 7 anni e 4 mesi.
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