La maxi inchiesta sulle cosche più agguerrite di Reggio Calabria, che vedeva originariamente indagate 75 persone, di cui 17 hanno scelto il rito ordinario, è la riunificazione di tre recenti indagini contro le cosche cittadine, in particolare contro le nuove generazioni della cosca De Stefano e i suoi satelliti, individuate come i presunti responsabili di vessazioni e richieste di tangente nei confronti di imprenditori economici operanti nel centro storico cittadino, come la ‘Berna costruzioni’ e ‘Siclari costruzioni generali’, che hanno scelto di denunciare le minacce ricevute.

Le indagini della Procura distrettuale antimafia, inoltre, hanno indicato come la 'ndrangheta a Reggio Calabria sia “De Stefano-centrica”, dal nome della cosca dominante rispetto a cui le altre cosche devono fare un passo indietro.

Tra i condannati odierni, a dodici anni e otto mesi di reclusione, figura Giorgio De Stefano, detto "Malefix", che in fase di indagine era stato indicato quale rappresentante a Milano dell’omonimo clan di ‘nrangheta. Un’accusa, però, che non è stata provata durante il primo grado di giudizio. De Stefano a Milano gestiva un ristorante frequentato da personaggi famosi dello spettacolo, e noto soprattutto per essere stato il fidanzato di Silvia Provvedi, influencer ed ex concorrente del Grande Fratello. Sono stati invece assolti dall’ipotesi di associazione mafiosa gli imprenditori Demetrio Gattuso e Vincenzo Cappelleri. 

Cinquantatre condanne, con pene fra i 2 e i 23 anni di reclusione, sono state inflitte, in primo grado, per associazione mafiosa e altri reati, dal gup Francesco Campagna, a conclusione del processo ‘Epicentro’, una maxi inchiesta della Procura distrettuale antimafia, diretta da Giovanni Bombardieri, contro le principali cosche mafiose della città.

Venti anni di reclusione sono stati inflitti a Carmine De Stefano, Orazio De Stefano, Filippo Barreca, Luigi Molinetti, Demetrio Condello e Giuseppe Leuzzo, Antonio Libri, indicati dall’accusa come i vertici delle omonime ‘famiglie’ di 'ndrangheta di Reggio Calabria.

Ed ancora, il giudice monocratico ha condannato Donatello Canzonieri a 19 anni e otto mesi di reclusione; Giandomenico Condello a 18 anni e dieci mesi di reclusione; Domenico Calabrò a 23 anni; Giorgio De Stefano, a 12 anni e otto mesi; Paolo Rosario De Stefano, a 14 anni; Andrea Giungo a 15 anni e quattro mesi; Edoardo Mangiola e Domenico Tegano a 18 anni.