L’ex sindaco di Rende e il magistrato sono stati condannati in primo grado a 2 anni e 8 mesi. I giudici di Salerno hanno deciso di non sentire un magistrato in servizio nel Distretto giudiziario di Catanzaro e di non mettere a confronto i due imputati
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Il processo di secondo grado nei confronti di Marcello Manna e Marco Petrini, salvo imprevisti, si chiuderà entro la fine del 2024. Lo ha fatto intendere oggi, lunedì 17 giugno 2024, la Corte d'Appello di Salerno, chiamata a confermare o meno la sentenza di primo grado emessa dal gup di Salerno in ordine alla contestazione mossa nei confronti dell'avvocato del foro di Cosenza e dell'allora giudice della sezione penale dibattimentale della Corte d'Assise d'Appello di Catanzaro circa un presunto caso di corruzione in atti giudiziari. Reato circoscritto, secondo la procura di Salerno, al processo per l'omicidio di Luca Bruni, in cui venne assolto il boss di Cosenza, Francesco Patitucci, che in primo grado aveva subito una condanna a 30 anni con il rito abbreviato. Successivamente, anche la Cassazione confermò la sentenza di Petrini.
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Manna e Petrini condannati in primo grado
Nel primo giudizio di merito, Marcello Manna, già sindaco di Rende, e Marco Petrini sono stati condannati a due anni e 8 mesi di carcere. Il gup di Salerno, nelle motivazioni della condanna, aveva scritto che «certamente utilizzabili sono sia i video che gli audio delle intercettazioni nonostante la mancanza di alcune parti, essendosi concluso da parte di tutti i consulenti o coloro che li hanno esaminati che le mancanze sono dovute ad assenza di segnali e non da manipolazione degli stessi, tali da determinarne la mancanza di genuinità» e infine «la condotta oggetto di contestazione è senz'altro da ritenersi provata nel suo nucleo essenziale, in quanto oggetto delle dichiarazioni di Petrini riscontrate da fonti esterne». Per il gup, dunque, i due imputati si sarebbero messi d'accordo. Inoltre, il magistrato Carla De Filippo aveva escluso l'aggravante mafiosa, ritenendo che Francesco Patitucci fosse all'oscuro del presunto patto corruttivo.
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No all'esame di un giudice di Catanzaro
Il collegio giudicante di secondo grado, nell'ultima seduta, ha sciolto le riserve su due questioni: riaprire l'istruttoria con l'escussione del giudice Fabrizio Cosentino o mettere a confronto i due imputati. La Corte, uscendo dalla Camera di Consiglio, ha ritenuto di procedersi oltre, fissando le date della requisitoria della procura generale di Salerno e delle discussioni difensive. Marcello Manna è difeso dagli avvocati Nicola Carratelli e Giandomenico Caiazza.