La Corte di Cassazione, V^ Sezione Penale, accogliendo integralmente i ricorsi presentati dagli avvocati Giuseppe Nardo e Guido Contestabile, ha annullato con rinvio ad altra sezione la sentenza di condanna nei confronti di Ilenia Bellocco emessa dalla Corte d’Appello di Reggio Calabria nel cosiddetto processo “Califfo” nel corso del quale la Procura Antimafia di Reggio Calabria aveva proceduto nei confronti dei componenti della cosca Pesce di Rosarno, all’indomani dell’arresto del latitante Pesce Francesco e della scoperta del famoso “pizzino” sequestratogli nel carcere di Palmi, prima che fosse trasferito al famigerato 41 bis.


La giovane, di anni 28, figlia di Bellocco Umberto (Assu i mazzi) e moglie di Pesce Giuseppe, il primo condannato per essere il capo storico della cosca Bellocco ed il secondo condannato perchè esponente di spicco della omonima cosca, era stata condannata sia in primo che in secondo grado perché ritenuta anch’essa componente della cosca Pesce, con compiti di ambasciatrice e di raccordo tra il marito latitante e gli altri accoliti della cosca in libertà.

 

Ora, a seguito dell’annullamento della sentenza, in attesa che altra Sezione della Corte d’Appello di Reggio Calabria si occupi nuovamente della vicenda, la Bellocco che è madre di due bambini, rimarrà agli arresti domiciliari a Rosarno, dove nel corso del processo, su istanza dei suoi legali, era stata già da tempo mandata.


Per tutti gli altri imputati condannati per associazione a delinquere di stampo mafioso, invece, la Cassazione ha confermato le condanne che, dunque, sono diventate definitive.