Prosegue il dibattimento al Tribunale del capoluogo bruzio sul calciatore trovato senza vita nel novembre del 1989 a Roseto Capo Spulico lungo la Statale 106 Jonica
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Il giorno di Donata Bergamini. A Cosenza riprende il processo sulla morte di Denis Bergamini, l’ex calciatore del Cosenza calcio trovato morto nel novembre del 1989 a Roseto Capo Spulico, lungo la statale 106 Jonica. La procura di Castrovillari ha previsto per oggi soltanto la testimonianza della sorella dell’ex mediano ferrarese che si annuncia davvero lunga.
La Corte d’Assise di Cosenza è presieduta dal presidente Paola Lucente (giudice a latere Marco Bilotta), la procura di Castrovillari è rappresentata dal procuratore capo Alessandro D’Alessio e dal pm Luca Primicerio, mentre la parte civile è difesa dall’avvocato Fabio Anselmo. Isabella Internò, unica imputata per omicidio volontario aggravato, è assistita dagli avvocati Angelo Pugliese e Rossana Cribari. Oggi non è presente in aula.
Processo Bergamini, l’ultimo incontro con Denis
«L’ultima volta che ho visto Donato – ha esordito la sorella – è stato il 13 novembre del 1989. Mio fratello venne a casa nostra nel pomeriggio, parlando del più e del meno. Gli chiesi come andava a Cosenza visto che era reduce da un infortunio e come andava con Isabella Internò. Lui rispose che “se la trovava dappertutto”. Poi ci siamo incontrati a casa dei miei genitori, dove festeggiammo il compleanno di mia figlia Alice. Ci siamo messi a tavola e poco dopo è arrivata una telefonata, mio padre si alzò per rispondere ma lui disse: “No, è mia". Come se aspettasse questa chiamata. Denis è tornato a tavola con un viso rosso, mio padre lo invitò a togliersi il maglione se avesse caldo, ma lui chiarì che si trattava d’altro. Poi ci siamo rivisti a casa mia, lui parlava con mio marito e vedemmo insieme un film di Renato Pozzetto. Denis non era a Cosenza, perché la domenica precedente la squadra aveva giocato a Monza».
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