Il procuratore D'Alessio in aula fa riferimento al delitto d'onore: «La Calabria era vista da qualcuno come il posto in cui le questioni d’amore si risolvono con la lupara»
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«È un processo indiziario, ma riteniamo che due delle tre aggravanti contestate abbiano trovato dimostrazione nel dibattimento». È il prologo che il procuratore di Castrovillari, Alessandro D’Alessio, ha scelto per la requisitoria d’accusa del processo Bergamini. Parole che fanno da preludio alla richiesta di condanna che, al termine dei due giorni riservati alla pubblica accusa – dopo di lui parlerà il pm Luca Primicerio – la Procura formulerà nei confronti di Isabella Internò, imputata per il presunto omicidio del calciatore del Cosenza.
«È un processo che si fonda sulla prova scientifica, sulle indagini dei Ris, su testimonianze che descrivono un contesto. Dovrete valutare tutte queste cose nel loro complesso» ha aggiunto D’Alessio rivolgendosi alla Corte. I suoi riferimenti, giuridici e talvolta filosofici, sono andati quasi tutti alle prove indiziarie per il tramite di “letteratura” cassazionista. Nel caso di specie, «non abbiamo ricostruito esattamente quale sia stata l’azione omicidiaria, ma è un dubbio che non inficia le conclusioni a cui siamo giunti».