Le indagini ripercorse in aula dal colonnello della Guardia di finanza, Nicola Sportelli. Le case destinate ai migranti, invece, sarebbero state usate per ospitare amici e artisti del Riace film festival
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Le case destinate ai profughi di Riace usate per ospitare amici e ospiti del Riace Film Festival. È stato questo il tema della nuova deposizione del colonnello della Guardia di finanza Nicola Sportelli, teste dell’accusa, al processo in corso a Locri a carico di Mimmo Lucano, l’ex sindaco accusato insieme ad altre 25 persone di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, truffa e abuso d’ufficio in relazione ai progetti di accoglienza agli immigrati.
Le case per i migranti usate per ospitare amici
«Si tratta di nove abitazioni – ha riferito il teste in aula, rispondendo alle domande del pubblico minister Michele Permumian - acquistate, ristrutturate e ammobiliate con i soldi dello Stato e in cui sono state ospitate anche alcune persone giunte a Riace per manifestare sostegno a Lucano all’indomani della notifica dell’avviso di garanzia nel 2017». Sotto la lente delle Fiamme Gialle le edizioni 2015 e 2017 della kermesse organizzata nel periodo estivo e finanziata con fondi per l’accoglienza, così come il concerto di Roberto Vecchioni, in paese per la festa dei santi medici Cosma e Damiano nel 2015, costato 45mila euro.
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Il concerto di Vecchioni
«Per pagare Vecchioni il Comune di Riace non ha stanziato alcuna somma - ha osservato Sportelli - Di conseguenza tutte le somme sono state reperite e dunque distratte dalle associazioni utilizzando i fondi ricevuti dal Ministero e dalla Prefettura per la gestione dei rifugiati. È stato lo stesso Lucano a chiedere che quei soldi fossero dati in contanti in modo da non lasciare alcune traccia nelle rendicontazioni». Il processo riprendere il prossimo 22 luglio, con l’escussione di altri 8 testi.
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