«Quello che abbiamo deciso di organizzare quest’anno è un Primo Maggio che assume un significato particolare rispetto a quelli tradizionali. Un po’ perché è un esperimento che vogliamo fare nella speranza che questa esperienza possa crescere anno dopo anno, un po’ perché quest’anno più di altre volte assume un significato di festa reale per chi lo sta costruendo e per chi vi partecipa». Lo si legge in una nota congiunta dell'associazione di amicizia Italia Cuba, di Fronte Comunista, di Potere al Popolo e Usb Pubblico Impiego.

«Infatti festeggeremo, tra le altre cose, anche la riuscita delle lotte per la stabilizzazione di alcuni precari calabresi. Sia chi verrà a Marcellinara per festeggiare, sia chi sta materialmente costruendo la giornata, passando da alcuni dei componenti dei gruppi musicali sono lavoratori e lavoratrici che hanno dato vita alle ultime lotte contro il lavoro precario in Calabria, e che dopo un lungo percorso di mobilitazione hanno vinto queste lotte.

Quindi abbiamo deciso di organizzare questo Primo Maggio perché pensiamo che non ci sia modo migliore che festeggiare questa vittoria se non quello di stare insieme per ballare, cantare e discutere su come progettare le lotte future. Iniziamo alle 18 con un dibattito sulle nuove condizioni di schiavitù tra precarietà e lavoro povero.

L’obiettivo è quello di non abbandonare la riflessione e la mobilitazione, necessaria in questa fase in cui il governo Meloni sta attaccando frontalmente i diritti dei più deboli, migranti, percettori di reddito e precari. Ma lo scopo è anche quello di rivendicare un salario minimo molto superiore agli attuali minimi sindacali, e sotto lo slogan «giù le armi, su i salari» questo primo maggio sarà anche un “NO” fermo alla guerra imperialista e all'invio di armi in Ucraina.

A seguire suoneranno i “Folk’n’Roll”, gruppo di musicisti/lavoratori che mescola alle profonde radici calabre, suoni che spaziano da rock classico al folk moderno di derivazione irlandese. Un primo maggio a prezzi popolari che parla di politica e socialità, che ha l’ambizione di non fermarsi qui e di progettare nuove lotte, all'insegna di relazioni sociali fuori dalla mercificazione e dal consumismo imperante. Invitiamo tutt* ad unirsi a questa festa. Più siamo, meglio stiamo!»