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ROMA - Nel Pd le lotte intestine proseguono senza esclusione di colpi. E non sono soltanto sfide tra correnti, ma spesso duelli personali. La campagna per le primarie rischia così di inficiare pesantemente quella per le secondarie. E il duro botta e risposta tra Gianluca Callipo e Mario Maiolo, in merito al governo di unità regionale, non è stato che la punta di un iceberg. Visioni contrapposte, che potrebbero allargare al docente universitario bruzio l'attuale sfida a due per le primarie tra il sindaco di Pizzo e il presidente della provincia di Cosenza. Molto dipenderà dal decreto con il quale Antonella Stasi indicherà la data del voto. Il presidente facente funzioni non pare aver dubbi sul dodici ottobre. Proposta che verosimilmente il governo mirerà a superare per accorpare le elezioni del governatore a quelle del sindaco di Reggio Calabria.
Si torna al papa nero? Ma al di là delle scadenze, al momento tutt'altro che certe, Matteo Renzi sta metabolizzando in queste ore le lacerazioni di un litigiosissimo Pd calabrese. E siccome il premier non è un remissivo e neppure uno di quelli che facilmente rinunciano alle proprie idee, starebbe testardamente ripensando a come ritrovare l'unità perduta. Voci tutt'altro che di corridoio, provenienti dai palazzi capitolini parlerebbero di un forcing del presidente del Consiglio su Marco Minniti. Il senatore fino a ieri ha sempre rigettato ogni tentativo di scendere in campo per le regionali. Dinanzi, però, a una possibile grosse koalizione, potrebbe anche ripensarci e ritornare sulle proprie decisioni. Ma l'ipotesi rimane non proprio a portata di mano, dal momento che nè Gianluca Callipo, tantomeno Mario Oliverio sembrano disposti ad abbassare la testa ad eventuali diktat romani, ritirandosi dalla campagna per le primarie.