Stessa richiesta per il suo commercialista. I due indagati sono accusati di aver costretto un imprenditore lametino in stato di bisogno economico a sottoscrivere un contratto che prevedeva interessi fino al 23%
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È stato chiesto il rinvio a giudizio per l’imprenditore Giuliano Caruso e per il suo commercialista Gianfranco Muraca, entrambi accusati di usura ai danni di un operatore commerciale di Lamezia Terme. I due, coinvolti in un’inchiesta messa a segno dal gruppo della Guardia di Finanza di Lamezia Terme, ha lasciato emergere un sistema illecito di prestiti a tassi usurari. In particolare, l’imprenditore precipitato nel vortice dell’usura sarebbe stato costretto, proprio a causa dello stato di bisogno, a sottoscrivere un contratto con cui accettava una liquidazione di capitali del valore di 250mila euro da parte di Giuliano Caruso, da restituire mediante il versamento di rate mensili con interessi del 23%.
Nel contratto stipulato tra gli indagati e la vittima la clausola prevedeva, a fronte del finanziamento, un reddito minimo garantito annuo di 69mila euro per sei anni, mediante rate di 5.750 al mese ed al termine di tale periodo la restituzione dell’intero capitale. Secondo l’ipotesi, formulata dalla Procura della Repubblica l’imprenditore indagato non sarebbe stato in grado, da solo, di organizzare un così articolato sistema di finanziamento ed è in questo contesto che sarebbe entrato in gioco il commercialista, il quale avrebbe dato un consistente contributo alla formalizzazione del prestito usurario.
Nella fase delle indagini preliminari, era già stato disposto il sequestro di 217mila euro a carico di Giuliano Caruso e Gianfranco Muraca, pari agli importi che fino a quel momento aveva corrisposto la vittima agli usurai. Somma ridotta successivamente in 110mila euro dal Tribunale del Riesame. Entrambi dovranno ora rispondere dinanzi al Gip del reato di usura continuata ed in concorso, con l’aggravante di aver commesso il fatto a danno di chi svolge attività imprenditoriale. L’udienza inizialmente fissata il 4 dicembre è slittata al 12 marzo 2019.
l.c.