Il primo interlocutore di Cinzia Falcone sarebbe stato il Procuratore distrettuale Nicola Gratteri. Secondo quanto si è appreso, la presidentessa di Animed, dopo aver ricevuto la proposta indecente di Paola Galeone, avrebbe contattato il magistrato di Catanzaro per rappresentargli i fatti.

Ma non essendo egli competente sul territorio di Cosenza per i reati privi delle modalità mafiose, come nel caso in questione, le avrebbe suggerito di rivolgersi direttamente agli uomini della squadra mobile della questura.

Il resto della storia è ormai noto: nel giro di poche ore gli agenti hanno messo in piedi la trappola per cogliere l'ormai ex prefetto con le mani nel sacco. Soprattutto per acquisire quegli elementi di prova inoppugnabili, necessari per sostenere una così grave accusa, quella di induzione indebita a dare o promettere utilità, nei confronti di un alto funzionario del ministero dell'Interno.

L'inchiesta è nelle mani di Mario Spagnuolo. Il Procuratore della Repubblica di Cosenza sta indagando anche sui rapporti in essere tra Animed e la Prefettura, in relazione alla gestione del Cas di Camigliatello Silano, in capo proprio ad Animed.

L'Associazione vanta, per i servizi erogati, un credito di circa 300 mila euro. Anche in ragione di questi pagamenti in sospeso, la Falcone, evidentemente scossa dall'inusuale richiesta ricevuta proprio all'interno del Palazzo del Governo, non se l'è sentita sul momento, di rifiutare esplicitamente ed immediatamente la proposta.