Trascinato fuori dal cancello di casa, gettato sull'asfalto e preso a calci e pugni da due giovani alle 3.20 di notte. È quanto si legge in una denuncia presentata da un ragazzo disabile di 19 anni alla stazione dei carabinieri di Praia a Mare la notte dell'11 luglio scorso. Il fatto si sarebbe consumato proprio nella città dell'Isola Dino, innanzi all'abitazione in cui il giovane sta trascorrendo le vacanze insieme alla sua famiglia. A scatenare la follia dei presunti aggressori, tutti di origini campane, sarebbe stata una frase che il diciannovenne avrebbe rivolto a una ragazza, sua vicina di casa, vedendola rincasare.

I fatti

Stando a quanto riferito ai carabinieri, il diciannovenne si trovava seduto su una panchina, quando avrebbe visto la ragazza tornare e scendere dalla sua auto. Le avrebbe detto, ridendo: «Oggi mezz'ora più tardi!», facendo riferimento all'orario di ritorno. Trai due non ci sarebbero stati altri scambi di battute, considerato che lei si sarebbe affrettata a rientrare a casa, dicendo di aver ricevuto la telefonata di sua madre. Un paio di minuti più tardi, il ragazzo sarebbe stato attirato nuovamente in strada da voci concitate, che gli avrebbero fatto pensare a un incidente. Invece ad attenderlo ci sarebbero stati la ragazza incontrata poco prima e tre coetanei molto agitati. Due di questi, lo avrebbero strattonato e gettato sull'asfalto, per poi riempirlo di calci, pugni e minacce. La brutale aggressione si sarebbe interrotta soltanto con l'arrivo di altre persone sulla scena, tra cui i suoi nonni, allarmati dalle urla.

La corsa in ospedale

Il giovane è stato subito portato al pronto soccorso di Praia a Mare per gli accertamenti, come suggerisce il referto rilasciato dal nosocomio. I medici hanno riscontrato ematomi, tumefazioni ed escoriazioni, rimandando a una visita più approfondita in caso di dolori persistenti. Alle 10.25 dello stesso giorno, il giovane fa il suo ingresso in un altro ospedale. Qui i medici riscontrano ferite in tutto il corpo, ma soprattutto diagnosticano un trauma cranico e un trauma addominale. Ora sarà compito della magistratura accertare la verità dei fatti e individuare eventuali responsabilità.