Il pronto soccorso dell'ospedale di Praia a Mare nel mese di giugno rischia seriamente di chiudere nelle ore notturne a causa della grave carenza di personale. Lo avevamo già rivelato nelle settimane addietro e qualche giorno fa l'indiscrezione ha preso forma su atti e documenti inviati all'Asp di Cosenza. La situazione è precipitata anzitempo quando, per motivi personali e professionali, al punto di primo intervento si sono assentati contemporaneamente 3 medici su 4. Per questo si era pensato addirittura di dover anticiparne la chiusura, dal momento che un solo medico non può in nessun modo mandare avanti da solo un intero reparto, coprendo turni di 24 ore. Ma chi ha a cuore le sorti di quel presidio, sa che non bisogna cedere il passo e ha cercato di porre rimedio, sa che una chiusura "momentanea" si sarebbe trasformata inevitabilmente nella morte cerebrale di quel reparto, che comunque al momento non può considerarsi scongiurata.

Le disposizioni

La patata bollente è passata nelle mani del direttore della struttura sanitaria, Vincenzo Cesareo, che ha organizzato i turni al pronto soccorso investendo anche i medici della Medicina generale, cercando una soluzione che potesse in qualche modo risultare tollerabile per tutti. «Visto che dalla direzione strategica dell'Asp di Cosenza, nonché dal commissario alla sanità calabrese (Saverio Coticelli, ndr) non è mai pervenuta alcuna risposta - scrive Cesareo in riferimento alla carenza di personale -, preso atto della momentanea situazione di emergenza in cui versa il servizio di pronto soccorso del presidio ospedaliero di Praia a Mare, si dispone, al fine di garantire l'assistenza adeguata ai cittadini e la giusta tutela degli operatori in servizio, quanto segue: che gli operatori del pronto soccorso dovranno chiamare, in caso di emergenza, in medici in servizio alla Uoc di Medicina generale; che i medici della Medicina Generale prestino la propria opera, in caso di emergenza, al pronto soccorso del presidio ospedaliero dalle ore 8.00 alle ore 20.00 del 24.05.2019 e dalle ore 8.00 alle ore 14.00 del 25.05.2019; che il dott. *** svolga il turno dalle ore 14.00 alle ore 20 del 25.05.2019 e dalle ore 8.00 alle ore 14.00 del 26.05.2019».

Il trasferimento in altri presidi

Laddove è possibile, è specificato ancora nella nota, laddove gli operatori sanitari non riusciranno a far fronte alle richieste e alle esigenze dei pazienti, «durante i turni notturni del 24, 25, 26 e 27 maggio, con l'ausilio degli anestesisti presenti in pronto soccorso e durante il turno 14.00-20.00 del 26.05.2019, i pazienti dovranno essere trasferiti qualora ci siano i requisiti al pronto soccorso dello spoke Cetraro-Paola». 

L'appello al prefetto

In ultimo, si legge nella medesima nota di servizio, «al signor prefetto di Cosenza si chiede un incontro urgente per meglio evidenziare il grave stato di criticità». La necessità di chiedere incontrare la dottoressa Paola Galeone nasce dal fatto che, nonostante gli sforzi di questo giorni, le criticità permangono e il rischio di chiusura nelle ore notturne rimane ancora alto, soprattutto in vista dell'imminente stagione estiva, che nella zona dell'alto tirreno cosentino fa registrare un vertiginoso aumento della popolazione.

Il duro intervento della Cgil

Sui fatti è intervenuto anche il sindacato della Cgil Pollino-Sibaritide-Tirreno. «La Cgil - hanno riferito gli esponenti alla nostra redazione - già negli anni scorsi ha presentato più esposti per denunciare la negazione dei Livelli Essenziali di Assistenza. In questo quadro emergenziale servono quelle risposte emergenziali che non arrivano nonostante i roboanti annunci. Di questo passo sul Tirreno resteranno le insegne degli ospedali e ambulanze vuote. Come chiede la Cgil, serve un tavolo regionale con la struttura commissariale per affrontare ogni emergenza e garantire ovunque il diritto alle cure, ancor più in quelle località turistiche dove presto crescerà la domanda. Della sanità di carta fatta di annunci e decreti non se ne può più. I cittadini ed i lavoratori della sanità attendono risposte concrete che, quanti hanno responsabilità di governo devono assicurare ora, non dopo che accadono le tragedie».