Dopo quarant'anni di contenziosi e carte bollate, l'Isola Dino, perla del Tirreno e luogo tra i più iconici del turismo calabrese, torna di proprietà del Comune di Praia a mare. A stabilirlo è il Commissariato usi civici della Calabria.

«Attendiamo solo la notifica dell'atto che renderemo pubblico - afferma con evidente soddisfazione il sindaco della cittadina balneare, Antonio Praticò - perché venga sancito il passaggio dell'isola e di tutte le strutture abitative alla proprietà comunale. Si tratta di più di trenta appartamenti e alcuni bungalow».

Per sessant'anni, dal 1962, da quando venne acquistata per 50 milioni da Gianni Agnelli che ne voleva fare un polo del lusso a cinque stelle, l'isola è stata di proprietà di privati. Dopo vent'anni e a seguito di una vendita-spezzatino, però, ebbe inizio una lunghissima disputa sulla quale dovrebbe essere stata posta adesso la parola fine.

A giudizio del Commissariato regionale agli usi civici, infatti, l'atto iniziale di vendita stipulato agli inizi degli anni sessanta è da ritenersi nullo e l'isola appartiene alla collettività. «Una volta acquisito l'esito della decisione del Commissariato regionale che si è espresso nei giorni scorsi - aggiunge il sindaco Praticò - cominceremo a ragionare con la Regione Calabria sul da farsi. La Regione, e in particolare il governatore Roberto Occhiuto, sono i nostri interlocutori naturali. L'isola, infatti, è di tutti i cittadini. Ne parleremo con il presidente Occhiuto che ha mostrato di tenerci moltissimo a quest'isola».

Già otto anni addietro, era il 2014, i giudici della sezione staccata di Scalea del Tribunale di Paola avevano stabilito, con una propria sentenza, la titolarità del Comune di Praia a Mare sulla proprietà. Ancora prima, nel 2005, la Regione Calabria aveva prodotto una delibera attraverso la quale si riconosceva la natura demaniale civica universale dell'intero territorio dell'isola Dino.

Quel pronunciamento, che cancellava la validità dell'atto di vendita sottoscritto in pieno boom economico, era stato appellato. Adesso l'auspicio degli amministratori e dei cittadini di Praia a mare ma anche di tutta la Calabria, è che per i cinquanta ettari di natura di questo autentico angolo di paradiso, tra incanto e mitologia (il nome dovrebbe essere legato alla presenza di un tempietto dedicato a Venere) incastonata in un paesaggio fatto di strapiombi e grotte calcaree che si specchiano in un mare di straordinaria bellezza, si possa aprire una fase nuova di tutela e sviluppo turistico sostenibile.