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Quei piccoli cubi di cemento, che a dire il vero sembrano buttati un po’ a casaccio sul corso principale di Vibo Valentia, dovrebbero, almeno in teoria, dissuadere qualche folle malintenzionato che decida di portare la piccola città calabrese alla ribalta internazionale con un attacco terroristico.
Il Comune, infatti, su input della Prefettura, ha posizionato una ventina di blocchi nei punti a maggior rischio tra piazza Santa Maria, dove iniziano gazebo e bancarelle natalizie, fino a piazza Municipio. L’obiettivo, almeno sulla carta, è quello di evitare che un auto o un furgone possa piombare all’improvviso sul corso.
A vederli, però, i blocchi di cemento non sembrano esprimere una grande forza deterrente, essendo in realtà dei pozzetti, di quelli che si usano solitamente per creare punti di accesso a fognature, cavi e tubature presenti sotto il manto stradale. Senza contare che sembrano essere stati posizionati in maniera piuttosto approssimativa, tanto che alcuni mezzi privati, ad esempio i van usati per le consegne, riescono ancora a passare. C’è poi l’aspetto estetico, decisamente meno importante ma comunque rilevante per una strada che rappresenta il cuore commerciale della città. In molti, infatti, avrebbero auspicato l’istallazione di fioriere o di pesanti panchine, in ogni caso qualcosa di diverso da semplici cubi vuoti di cemento grezzo.
«Vergogna per chi ha avuto questa pessima idea», ha tuonato sui social il capogruppo del Pd in Consiglio comunale, Giovanni Russo, facendo leva sul sarcasmo per accentuare quella che a suo dire è un’evidente inadeguatezza degli strumenti anti-terrorismo messi in campo: «I cittadini vibonesi ora si sentono sicuramente più tranquilli».
Una posizione fortemente critica, rintuzzata però da Maria Teresa Marzano, direttore artistico della principale kermesse culturale della provincia vibonese, il Festival Leggere & Scrivere. «Non dico che quei cosi non siano orrendi - ha replicato - ma date un’occhiata al nuovo regolamento sulla sicurezza delle manifestazioni all’aperto. Con il festival a Palazzo Gagliardi, ad ottobre, abbiamo avuto un sacco di problemi per ottenere i permessi che negli anni passati non avevamo mai avuto. A volte fare il commento critico è facile ma a Vibo realizzare qualcosa è difficilissimo, sempre, più che in altri posti».