VIDEO | La struttura rimane aperta per garantire i rifornimenti per l'intero Paese, ma la parola chiave diventa prevenire mentre il terminalista annuncia: «Abbiamo già speso 350.000 euro»
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Favorire una seconda fase del contenimento del contagio nel porto di Gioia Tauro, promuovendo la somministrazione di tamponi a campione tra i lavoratori di una struttura che consente il rifornimento di merci indispensabili per il Paese. È questa la proposta che il commissario Andrea Agostinelli ha fatto alla governatrice Jole Santelli, dopo l’allarme che suscitato tra gli operatori la scoperta della positività di un funzionario della dogana e di un medico di base della vicina Rosarno.
«Serve uno screening spinto – spiega Giuseppe Zampogna - perché ora la parola chiave è prevenire per tranquillizzare”. L’autorità portuale ha messo a disposizione i locali del Punto di primo intervento sanitario, all’interno dell’area in cui continua a registrarsi un sostenuto movimento di persone e mezzi. “Bisogna prendere atto – spiega Agostinelli – che la comunità portuale locale, le maestranze e gli imprenditori stanno dando prova di un forte senso di responsabilità per non bloccare un’attività che è nevralgica per l’emergenza che il Paese sta vivendo».
Intanto, è tempo di un primo bilancio anche per il terminalista dei container rispetto ad un piano di distanziamento e sicurezza del lavoro attuato, per il momento, con la collaborazione dei sindacati. «Abbiamo fin qui destinato 350.000 mila euro – commenta Antonio Testi, general manager di Medcenter – distribuendo mascherine guanti, sanificando giornalmente strutture e mezzi, raddoppiando il numero dei bus interni che sulla banchina spostano i portuali da una parte all’altra. È stata fin qui fondamentale la collaborazione dei lavoratori e dei sindacati, tanto più che abbiamo attivato delle squadre di controllo, assieme ai delegati aziendali degli operai, che servono proprio ad autodisciplinare gli addetti».