Il ministro delle Infrastrutture si è collegato con gli Stati generali del Mediterraneo in svolgimento a Gizzeria e ha ribadito il ruolino di marcia: «Inizio lavori nell’estate del 2024 e completamento entro la fine del decennio. Poi l’appello alla «Calabria del Sì»: «Fatevi sentire»
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«Nell’estate del 2024 inizieranno i lavori per il Ponte sullo Stretto, che dovrebbero essere conclusi entro questo decennio». Sei anni per fare quello di cui si favoleggia da millenni e che negli ultimi 50 anni ha visto Governi di ogni colore fare e disfare una tela che neanche Penelope sarebbe in grado di rendere meno compiuta.
Eppure, Matteo Salvini ci crede davvero, o quantomeno oggi dimostra di crederci davvero, avendo puntato su questa mega opera gran parte delle sue fiches politiche. Nel 2017, appena 6 anni fa, la considerava un’infrastruttura inutile e snocciolava tutto ciò che, prima del Ponte, serviva al profondo Sud, dove mancano strade sicure e linee ferroviarie all’altezza delle ambizioni di mobilità di chi vive a queste latitudini.
Allora, Salvini ricordava, ad esempio, che «in Sicilia il 90 per cento delle ferrovie è a binario unico e la metà dei treni viaggia a gasolio», quindi, sottolineava, «non vorrei spendere qualche miliardo di euro per un ponte in mezzo al mare quando in Calabria e in Sicilia mancano queste cose». Ma in quegli anni al governo c’era il centrosinistra. Oggi che è lui il ministro alle Infrastrutture, il Ponte è diventato cosa buona e giusta. Anzi, addirittura «un’opera d’arte».
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Concetti che ha ribadito oggi nel corso del suo intervento in collegamento con gli Stati generali del Mediterraneo, in svolgimento a Gizzeria, nel Lametino, fino a domani, domenica 26 marzo.
«Il ponte è già costato centinaia di milioni di euro agli italiani (circa un miliardo tra studi di fattibilità, progetti e contenziosi, ndr) senza che sia stata mossa una sola pietra – ha affermato Salvini nel corso del suo intervento - Sarà un'opera unica al mondo, 3,3 chilometri a campata unica. Anch'io, come ministro, in questi primi mesi di attività al Governo sono andato in giro per il mondo a vedere opere di questo tipo, e mi recherò anche in Turchia e Giappone proprio per vedere i loro ponti, vere opere d’arte». Poi, come accennato, ha richiamato il ruolino di marcio, ipotizzando l’inaugurazione dell’attraversamento sullo stretto entro la fine degli anni ’20. «Il primo atto normativo per la costruzione del Ponte risale al 1971 – ha ricordato Salvini -, io non ero ancora nato e c’era Aldo Moro ministro degli Esteri. Dopo 52 anni, conto di definire gli ultimi dettagli nei prossimi giorni e poi di partire con i contratti e gli aggiornamenti dei progetti».
Poi, il ministro ha premuto sul tasto dell’orgoglio territoriale, definendo il Ponte un fatto di giustizia sociale per la Sicilia e la Calabria, «una straordinaria opportunità di creazione di lavoro e ricchezza, che rilancerà il turismo». Infine, ha lanciato un appello alla «Calabria del Sì». «Fatevi sentire - ha detto - altrimenti sui giornali parlano solo quelli che dicono che non si può fare perché costa troppo, perché c’è la ‘ndrangheta».
Intanto, però, se nell'attesa si prestasse un po' più d'attenzione alla disastrosa situazione della viabilità e dei collegamenti in Calabria, magari il Sì dei calabresi sarebbe più convinto.