Verrà depositato domani al Tribunale del Riesame di Catanzaro dagli avvocati Guido Contestabile e Salvatore Staiano, il ricorso avverso la decisione del Tribunale collegiale di Vibo Valentia di rispedire in carcere l’ex deputato di Forza Italia, Giancarlo Pittelli. Pittelli è tornato in carcere per aver violato gli arresti domiciliari ai quali era sottoposto per il procedimento Rinascita Scott. Domiciliari che aveva ottenuto anche di recente – sempre dal Tribunale di Vibo Valentia – dopo essere finito in carcere il 19 ottobre scorso nell’inchiesta “Mala Pigna” della Dda di Reggio Calabria. Rimesso ai domiciliari dal Riesame di Reggio Calabria, Pittelli era stato trattenuto tre giorni in più in carcere perché non si trovava un braccialetto elettronico.

La lettera alla Carfagna

Era stato poi il Tribunale di Vibo a “risolvere” l’incredibile vicenda revocando l’obbligo del braccialetto elettronico e rimandando così Pittelli ai domiciliari. Nel frattempo, però, l’8 ottobre Pittelli aveva spedito una lettera al ministro Mara Carfagna chiedendo di aiutarlo e, consapevole di violare le disposizioni degli arresti domiciliari che impediscono ogni comunicazione con l’esterno, nella lettera aveva invitato il ministro a telefonargli sul numero della moglie.

Quanto è bastato al Tribunale di Vibo – venuto a conoscenza della missiva dalla Dda di Catanzaro che l’ha ricevuta dall’Ispettorato di pubblica sicurezza di Palazzo Chigi – per aggravare la misura nei confronti di Pittelli che «ha consapevolmente trasgredito alle prescrizioni impostegli con il provvedimento di applicazione della misura cautelare degli arresti domiciliari». Dalla missiva indirizzata al ministro, ad avviso del Tribunale di Vibo, «emerge la volontà di reiterare la violazione, laddove l’imputato invita il destinatario a contattarlo su un’utenza telefonica dallo stesso fornita e indicata come in uso alla coniuge. Pittelli manifesta poi la volontà di instaurare contatti, con la precipua finalità – hanno evidenziato i giudici – di incidere sul regolare svolgimento del processo ancora in corso».

Nel maxiprocesso Rinascita Scott, Giancarlo Pittelli è accusato del reato di concorso esterno in associazione mafiosa. Avrebbe messo a disposizione dei clan Mancuso di Limbadi e Nicotera e Razionale di San Gregorio d’Ippona i suoi contatti (anche istituzionali) per rafforzare le due consorterie criminali.