I guai giudiziari dell'avvocato Giancarlo Pittelli iniziano e proseguono sulla scia di Rinascita Scott, processo che pochi giorni fa lo ha visto figurare tra i condannati con una pena a undici di carcere. A spiegare la correlazione è il gip del Tribunale di Catanzaro Chiara Esposito, nell'ordinanza di custodia cautelare legata all’ipotesi di bancarotta fraudolenta, con la quale Pittelli è stato posto agli arresti domiciliari. «Il procedimento odierno - scrive il giudice cautelare del capoluogo di regione - nasce dall'ascolto di alcune conversazioni captate nel procedimento penale" denominato Rinascita Scott».

«Da tali conversazioni intervenute tra i mesi di marzo e aprile del 2018, emergeva che Pittelli intendeva liquidare ad Antonella Giovanni Stasi e Massimo Walter Marrelli, soci della IM. MAR srl», rispettivamente ex vicepresidente del consiglio regionale della Calabria e medico e imprenditore del campo della sanità, tragicamente scomparso in un incidente sul lavoro, «le quote di partecipazione detenute da tale ultima società nella A. T. Alberghiera Turistica Srl, così da porre la A. T. in liquidazione e costituire una nuova società, la Sarusi srl, con il coinvolgimento della società Magifin Immobiliare Srl di Maurizio Sacchi. Quest'ultimo infatti avrebbe apportato al patrimonio della nuova società la somma di due milioni di euro, con parte della quale sarebbe stato possibile rilevare un terreno - originariamente appartenente alla società A. T. - situato a Stalettì», comune in provincia di Catanzaro.

Il gip Esposito ha evidenziato che «dalle conversazioni e dai messaggi captati è stato possibile rilevare che tali operazioni venivano compiute con l'ausilio del notaio Sebastiano Panzarella e, in effetti, grazie a successive verifiche documentali, è stato appurato che l'1giugno 2018 veniva costituita la società Sarusi Srl, le cui partecipazioni sociali erano suddivise al 50% tra Giancarlo Pittelli e la società Magifin Immobiliare srl di Maurizio Sacchi. Il soggetto responsabile della contabilità veniva individuato nel commercialista Francesco Saverio Nitti».

Un passo indietro

Il provvedimento cautelare mette in luce la genesi della società A. T. Alberghiera Turistica Srl, costituita nel 1989 da Giancarlo Pittelli e Filomena Caterina Matilde Taverna, la quale ricoprì la carica di amministratore unico fino al 2004, e successivamente dalla madre di Pittelli. Nel 2022 la società in questione è stata messa in liquidazione, con la nomina di Antonio Marchio, quale liquidatore, poi dichiarata fallita, con la nomina del curatore fallimentare, Gennaro Brescia.

La Satusi Srl è stata costituita nel 2018, con il medesimo oggetto sociale dell'AT Alberghiera Turistica Srl, poi posta in liquidazione. L'amministratore unico della società è stata, fin dalla costituzione, Rita Tirinato, collaboratrice/segretaria dello studio legale di Giancarlo Pittelli, e le quote sociali, fino al giugno 2019, erano suddivise al 50% tra lo stesso Pittelli e la società Magifin Immobiliare Srl, facente capo a Maurizio Sacchi. Il 6 giugno 2019, sei mesi prima di essere arrestato per Rinascita Scott, Giancarlo Pittelli ha ceduto le proprie quote alla figlia.

Il debito pregresso con la Regione Calabria

Una delle intercettazioni evidenziate dal gip è quella risalente al 7 giugno 2018, quando Pittelli parla con Nitti, al quale annuncia di voler aprire la liquidazione e «fare la vendita». Nelle conversazioni captate dai finanzieri di Catanzaro, i due cercano di individuare la strada da seguire per evitare problemi e l'avvocato ritiene che il liquidatore della società debba essere uno dello studio del commercialista Nitti.

Il gip a questo punto spiega che la «necessità di vendere il terreno alla nuova società e di mettere in liquidazione la A. T. Alberghiera Turistica Srl» nasce «dall'esistenza di un debito di tale ultima società verso la Regione Calabria, di circa 800mila euro, per un finanziamento ricevuto e non restituito. Tale somma - sottolinea il gip Esposito - era stata già richiesta con un'intimazione di pagamento nel 2012 e, pertanto, per evitare successive procedure esecutive sui beni della A. T. Alberghiera Turistica Srl, era necessario svuotarla dell'unico cespite di posta attiva, ossia il terreno situato in Stalettì», gravato, si scoprirà nelle pratiche notarili, da un'ipoteca iscritta nel mese di marzo del 2005, per l'importo di un milione e mezzo di euro, a garanzia della somma di 750 mila euro concessa a titolo di mutuo da una grande banca italiana a favore di un'altra società, ossia la Cromar Immobiliare Srl, che, all'epoca, deteneva il 100% delle quote sociali della AT Alberghiera Turistica.

L'altro ostacolo da superare era rappresentato da una cartella esattoriale afferente al debito della A. T. Alberghiera Turistica srl verso la Regione Calabria, per un importo pari a 994 mila euro, «ma in esecuzione di essa», ovvero della cartella esattoriale, «non era avvenuto alcun pignoramento».

«Pittelli amministratore di fatto»

Gip e procura di Catanzaro concordano sul fatto che Pittelli fosse l'amministratore di fatto della A. T. Alberghiera Turistica Srl e della Sarusi Srl. «Ad agosto Nitti mi chiese di assumere la carica di liquidatore di una società di cui era socio l'onorevole Giancarlo Pittelli» ha dichiarato agli inquirenti Antonio Marchio, liquidatore della A. T. Alberghiera Turistica Srl, aggiungendo che «il 29 ottobre 2018, su indicazione di Nitti, mi recai a Catanzaro presso lo studio del notaio Sebastiano Panzarella», dove «erano presenti, oltre la Tirinato, Pittelli e Nitti e il notaio Panzarella. Quest'ultimo disse subito che dovevamo fare una compravendita che era soggetta ad Iva. Subito dopo chiedevo, alla presenza di tutti, di cosa si trattasse. Fui dunque invitato da Nitti a recarmi in un'altra stanza, con lui e Pittelli» ha aggiunto Marchio. «Nitti mi disse - ha spiegato il liquidatore - che avrei dovuto stipulare un rogito di vendita del terreno della società alla Sarusi Srl e quest'ultima si sarebbe accollata il mutuo della A. T. Alberghiera». «Nitti e Pittelli mi dissero che per pagare il debito verso il socio avrebbero utilizzato riserve disponibili della società. Io ero titubante ma Pittelli si indispettì dicendomi che il debito era garantito personalmente da lui».

I gravi indizi di colpevolezza

Il gip, nel capitolo dedicato ai gravi indizi di colpevolezza, non ha dubbi nell'affermare che «dalle indagini espletate è emerso che il deus ex machina di tutte le operazioni era da considerarsi Giancarlo Pittelli, così come emerso dai dialoghi intercettati e come, peraltro, dichiarato anche dai soggetti escussi». E ancora, secondo il gip, Pittelli «nella veste di amministratore di fatto della società A. T. Alberghiera Turistica Srl, ha sottratto al patrimonio della stessa sia l'unico suo cespite immobiliare, sia il denaro che avrebbe dovuto essere corrisposto a titolo di prezzo, per trasferirlo ad una società, costituita ad hoc poco tempo prima e riferibile anch'essa a Pittelli, per cui, in assenza di una giustificazione economica e di alcuna riscontrabile utilità corrispettiva per la fallita, tale comportamento configura una condotta distrattiva posta in essere dall'indagato».

Per il gip le condotte distrattive sono state perseguite anche effettuando «la liquidazione del socio IM.MAR srl» ed estinguendo l'ipoteca sull'immobile. Ciò ha provocato «tre distrazioni fraudolente, che hanno comportato il depauperamento totale del patrimonio sociale: la distrazione del terreno, per il quale, di fatto, la società A. T. non ha ricevuto alcun compenso; la distrazione della somma di 400mila euro, utilizzata per l'estinzione dell'ipoteca gravante sul terreno, per la quale la società non ha poi avviato alcuna attività di recupero nei confronti del debitore; la distrazione della somma di 250mila euro, utilizzata per liquidare la quota del socio IM.MAR srl, in spregio delle regole civilistiche». L'avvocato Giancarlo Pittelli è difeso dal professore avvocato Astolfo Di Amato e dal penalista Guido Contestabile.