NOMI | Otto in tutto gli indagati nell'inchiesta della Procura di Catanzaro, che per il noto penalista ed ex parlamentare aveva chiesto la custodia cautelare in carcere
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L’avvocato di Catanzaro Giancarlo Pittelli, di recente condannato a undici anni di carcere nel processo Rinascita Scott, è stato arrestato questa mattina per l’ipotesi di reato di bancarotta fraudolenta di tipo patrimoniale, a seguito delle indagini svolte dalla Procura di Catanzaro, a firma dei pubblici ministeri Annamaria Frustaci, Antonio De Bernardo, Irene Crea e Andrea Giuseppe Buzzelli, i quali hanno richiesto al gip Chiara Esposito la misura cautelare della custodia in carcere. Il giudice cautelare invece ha concesso quella degli arresti domiciliari.
L’ordinanza è stata eseguita dai militari del Comando provinciale della Guardia di finanza di Catanzaro, i quali ritengono che l’avvocato catanzarese fosse l’amministratore di fatto di una società già in liquidazione e, successivamente, dichiarata fallita nel 2022. Le condotte contestate dalla Procura di Catanzaro, attualmente diretta dal procuratore facente funzioni Vincenzo Capomolla, risalgono al 2018.
Il gip inoltre ha disposto il sequestro preventivo di un terreno edificabile, sito nel comune di Stalettì, e di denaro per circa 1,5 milioni di euro, quale profitto del reato ipotizzato.
Secondo l’ipotesi di reato formulata, allo stato ritenuta dal gip assistita da gravità indiziaria, e che necessita della successiva verifica processuale in contraddittorio con la difesa, Giancarlo Pittelli - in concorso con altri - avrebbe distratto l’unico bene della società di cui era amministratore di fatto, ossia il terreno, che, contestualmente all’avvio della liquidazione, sarebbe stato ceduto ad un'altra società appositamente costituita, anch’essa riconducibile all’avvocato di Catanzaro, nonché il corrispettivo della cessione del bene.
Sono stati ritenuti, altresì, sussistenti gravi indizi in ordine ad un ulteriore episodio di bancarotta fraudolenta consistente nella mancata richiesta di restituzione di un credito di oltre 800mila euro vantato dalla società fallita nei confronti di un’ulteriore società, anche quest’ultima poi dichiarata fallita, pur in presenza di un debito, verso la Regione Calabria, di oltre un milione di euro derivante dall’anticipo di un contributo pubblico ottenuto nel 2005 per la realizzazione sul terreno sequestrato di un complesso alberghiero, finanziamento poi oggetto di rinuncia e mai restituito.
A carico di altro soggetto è stato disposto il sequestro preventivo, anche nella forma per equivalente, della somma di circa 77mila euro in relazione all'ipotesi di reato di indebita compensazione di debito Iva, in quanto il debito Iva, in capo alla società fallita, sarebbe stato illecitamente neutralizzato con crediti riconducibili alla nuova società appositamente costituita. Sono otto dunque gli indagati, ma la Procura ha avanzato richiesta di misura cautelare solo per Pittelli, difeso nel procedimento penale dal professore avvocato Astolfo Di Amato del foro di Roma e dal penalista calabrese Guido Contestabile. Nelle prossime ore l’avvocato sarà sottoposto all’interrogatorio di garanzia davanti al gip Chiara Esposito.
Otto gli indagati: nomi
- Giancarlo Pittelli
- Francesco Saverio Nitti
- Salvatore Domenico Galati
- Monica Albano
- Caterina Concolino
- Rita Tirinato
- Antonio Marchio
- Sebastiano Panzarella