VIDEO | Rinvenuto un vero e proprio arsenale. I carabinieri hanno sequestrato anche una piantagione di marijuana non autorizzata. I due arrestati di Rosarno sono stati posti ai domiciliari dopo l'udienza di convalida del fermo
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C’è gente, al confine tra la provincia di Vibo Valentia e la Piana di Gioia Tauro, che è pronta a fare la guerra: due mitragliatori AK 47, cinque pistole, un fucile a pompa, tutte armi con matricole abrase, quindi un migliaio di munizioni. La santabarbara è stata scoperta all’interno di grossi bidoni in un capannone di Rosarno, nell’area della ex fabbrica Branca. Le analisi scientifiche e balistiche affidate al Ris di Messina diranno se ed in quale circostanza siano state usate e, magari ne chiariranno la provenienza.
Resta, al momento, il colpo grosso dei carabinieri della Stazione di Limbadi, dello Squadrone eliportato cacciatori e della stazione forestale di Spilinga, coordinati dalla Procura di Vibo Valentia diretta da Camillo Falvo, all’epilogo di un blitz iniziato da una serie di controlli in un’azienda agricola di San Calogero, autorizzata a produrre e commercializzare canapa indiana.
Le verifiche effettuate dai carabinieri hanno svelato come circa un migliaio di piante non corrispondessero a quelle autorizzate. La perquisizione si è quindi estesa al resto dell’azienda e sono stati scoperti oltre trenta chili di marijuana già pronta allo smercio, materiale utile al confezionamento e due giubbotti antiproiettile.
Venivano così dichiarati in arresto due uomini, Sante Restuccia, classe '88, il titolare dell’azienda, e Gaetano Palaia del '74, suo collaboratore e proprietario di un terreno, a breve distanza, dove sono state rinvenute dai carabinieri altre 200 piante di marijuana. Ma nella disponibilità di quest’ultimo vi sarebbe stato anche il capannone di Rosarno teatro dell’ultima tappa del blitz dell’arma: quello nel quale è stato rinvenuto l’arsenale di armi da guerra.
I due uomini dopo l'udienza di convalida del fermo davanti al gip sono stati posti agli arresti domiciliari.