A renderlo noto responsabile nazionale randagismo di Animalisti Italiani onlus: «Invece di avvertire le autorità competenti o le associazioni animaliste hanno pensato bene ad esporlo come trofeo lasciandolo morire»
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«Dei bagnanti hanno trovato un piccolo di verdesca nel mare di Soverato. Invece di avvertire le autorità competenti o le associazioni animaliste hanno pensato bene ad esporlo come trofeo per qualche selfie dell'imbecillità». A renderlo noto, in un comunicato, Emanuela Bignami, responsabile nazionale randagismo di Animalisti Italiani onlus. «Questa specie di squalo - spiega - difficilmente si spinge a riva e dimora in mare aperto dove si nutre di pesci. È un pesce pelagico che raggiunge la riva solo se ferito o in difficoltà. Quanto accaduto nella località balneare ci lascia sgomenti. È la rappresentazione drammatica di una parte di Paese che non ama e non rispetta gli animali. Quell'esemplare di squalo era una vita e non un oggetto. Sotto gli occhi di tutti e l'immobilismo vergognoso, avrebbero lasciato morire un essere vivente violando le norme che tutelano il loro benessere. Chiediamo alle autorità di aprire un fascicolo contro ignoti - conclude il dirigente animalista - per una probabile violazione della legge 189/2004. Siamo stanchi di dover denunciare simili nefandezze, gli animali hanno dei diritti che vanno rispettati. Ricordiamo che nel 2014 fu pescato e liberato un esemplare di questa specie a Ostia come previsto dalle norme vigenti».