Un altro passo è stato fatto sulla strada dell’incessante contrasto posto in essere dalla Polizia di Stato di Reggio Calabria contro la violenza di genere ed i reati in ambito familiare. Gli agenti dell’Ufficio Prevenzione generale e soccorso pubblico della Questura hanno eseguito una misura cautelare agli arresti domiciliari, emessa dal gip al Tribunale di Reggio Calabria, Caterina Catalano, su richiesta del pool “Fasce deboli”, coordinato dal procuratore aggiunto Gerardo Dominianni, della Procura della Repubblica Reggina diretta dal procuratore Giovanni Bombardieri, nei confronti di M.M., 36enne reggino resosi responsabile dei reati di maltrattamenti in famiglia, lesioni personali aggravate, minaccia e detenzione abusiva di armi.

 

L’uomo, da tempo, poneva in essere comportamenti violenti nei confronti della moglie sino al punto da costringere la madre della donna a richiedere l’intervento della Polizia di Stato che ha attivato il Protocollo Eva.  contro le violenze di genere. Nel marzo scorso infatti,la vittima si è rifugiata nella casa materna in seguito all’ultima delle gravi aggressioni subite dal marito che, dopo aver costretto la donna a seguirla a bordo della propria autovettura, l’ha colpita con schiaffi e pugni e l’ha minacciata con una pistola. Nella circostanza, la donna ha riportato evidenti segni fisici dei maltrattamenti per i quali è stato necessario richiedere specifiche cure mediche, tanto da indurre la madre a chiedere il soccorso della Polizia di Stato che, raccogliendo tutti gli elementi utili, essendo al di fuori della possibilità dell’arresto in flagranza di reato per il tempo trascorso dall’evento, ha permesso comunque alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Reggio Calabria di richiedere il provvedimento cautelare.

L’episodio non era unico nel suo genere: più volte, a partire dal mese di settembre 2018, gli episodi vessatori si erano susseguiti, fino a culminare nell’ultima violenta aggressione. Il gip, nel sottolineare la gravità del comportamento del marito, evidenzia come: «altissimo è il pericolo di reiterazione di reati dello stesso tipo di quello per il quale si procede ed anche di reati commessi con uso di violenza o minaccia alla persona non possono che militare in questa direzione le modalità dell’agire paramafioso dell’indagato». Inoltre, definisce la personalità del marito come: «spiccatamente negativa e violenta». Il questore Vallone ha infine assicurato: «la donna nel tempo intercorso tra la denuncia e l’emissione della misura cautelare non è mai stata lasciata sola e non lo sarà oggi». E’ stato attivato un dispositivo di sicurezza tale da garantirle sempre le vicinanza della Polizia di Stato secondo quanto disposto dal Comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica presieduto dal prefetto di Reggio Calabria Michele Di Bari.