«Mi sono posto, soprattutto, all'ascolto perché è evidente che i problemi di criminalità organizzata che affliggono questo territorio non possono trovare soluzioni limitate al solo contesto territoriale». Lo ha detto il ministro dell'Interno, Matteo Piantedosi, che dopo aver inaugurato la nuova sede della Dia, ha presieduto un comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica in Prefettura a Catanzaro.

«Sappiamo che le consorterie che agiscono su questo territorio hanno una connotazione transnazionale. Abbiamo ascoltato anche il procuratore, Nicola Gratteri, ed è stato importante perché ciò che abbiamo ascoltato servirà a supportare le iniziative che assumeremo di carattere ordinamentale e in termini di investimenti a livello nazionale. C'è stata una forte richiesta di supporto - ha aggiunto il ministro - in termini di personale e di logistica. Ovviamente abbiamo fornito rassicurazioni ma è un territorio che ha già l'attenzione da parte del ministero dell'Interno». Al comitato hanno partecipato, inoltre, il sottosegretario all'Interno Wanda Ferro, il prefetto Enrico Ricci, il capo della Polizia di Stato Lamberto Giannini, il direttore dell'Agenzia nazionale dei beni confiscati Bruno Corda e tutti i rappresentanti delle forze dell'ordine.

«L'attenzione c'è ed è crescente» ha aggiunto ancora il ministro Piantedosi. «Quest'anno prevediamo nel saldo tra coloro che escono e coloro che entrano di rinforzare gli organici di almeno una trentina di unità di personale» ha garantito. «È un problema  nazionale e non lo risolveremo dall'oggi al domani. Ma il Governo ha già dato segnali importanti perché abbiamo avuto stanziamenti in Legge di Bilancio, provvedimenti di natura ordinamentale e scorrimenti graduatoria per agevolare il processo ripopolamento degli organi delle forze dell'ordine. In questo meccanismo, questi territori avranno una primaria attenzione».

Piantedosi e Occhiuto

Al termine del comitato per l'ordine e la sicurezza, il ministro dell'Interno Matteo Piantedosi, il presidente della Regione Calabria Roberto Occhiuto e il direttore dell'Agenzia nazionale per i beni confiscati Bruno Corda hanno sottoscritto un protocollo d'intesa per rendere più efficaci le politiche di riassegnazione e valorizzazione dei beni confiscati alla criminalità organizzata. «L'aspetto specifico che trattiamo con questo protocollo d'intesa è l'intermediazione e il sostegno di carattere regionale nell'intercettare e valorizzare i beni confiscati» ha chiarito il ministro. «La legge prevede come priorità assoluta che l'assegnazione sia finalizzata a scopi sociali ma, nei fatti, c'è molta difficoltà per i Comuni nel ristrutturarli e nell'orientare il loro utilizzo, talvolta per l'esiguità di risorse, a volte per l'incapacità a individuare e progettare. Con questo protocollo la Regione garantirà intermediazione e risorse finanziarie».

Nello specifico, secondo quanto riferito dal presidente della Regione, Roberto Occhiuto, la Cittadella fornirà assistenza e risorse ai Comuni per supportarli nelle operazioni di ristrutturazione e riassegnazione degli stabili confiscati alla criminalità organizzata. I fondi messi a disposizione provengono dai canali del Por, 32 milioni di euro che saranno così suddivisi: 20 milioni per il recupero e la ristrutturazione dei beni, 12 milioni per le spese di gestione e la restante quota destinate ad altre finalità. 

«Noi confidiamo, in un territorio come questo, di fornire a breve il segno tangibile di un miglioramento non solo della qualità ma anche della quantità di riassegnazione dei beni» ha aggiunto Piantedosi. «Soprattutto però vogliamo renderlo visibili. Oggi non a caso abbiamo inaugurato la nuova sede della Dia in un immobile confiscato alla criminalità organizzata».

«La firma di questo protocollo assume per la Regione, che ho l’onore di governare, un significato molto importante. Nasce da un colloquio che, nei mesi passati, ho avuto con il ministro Piantedosi: vogliamo che ci sia una migliore gestione e valorizzazione dei beni confiscati alla criminalità organizzata in Calabria» ha dichiarato il presidente della Regione, Roberto Occhiuto. «Questa è un’attività strategica per il mio governo regionale, perché il modo migliore di combattere il potere criminale in una Regione complicata come la Calabria è quello di dare ai cittadini la percezione che lo Stato è presente, che è più forte della criminalità organizzata e che i beni confiscati vengono valorizzati bene a fini sociali».