Il Ministero della giustizia ha attivato l’ispettorato sul caso dell’assassino della giovanissima Fabiana Luzzi.

A confermarlo, lo stesso Alfonso Bonafede, a margine del Consiglio Ue. «Come ministro della Giustizia non entro nel merito della valutazione del singolo caso, posso dire che come sempre, quando ho notizia di una possibile anomalia, attivo l’ispettorato e l’ho fatto anche in questa occasione», ha ribadito il guardasigilli rispondendo a Mario Luzzi, il padre della 16enne bruciata viva. Proprio nei giorni scorsi, infatti, la famiglia aveva scritto per protestare contro i permessi premio concessi all’assassino della ragazza.

 

«Per me qualsiasi segnalazione arrivi dal territorio merita di essere approfondita – spiega Bonafede -. C’è la separazione dei poteri, ne sono perfettamente consapevole e sono rispettoso di un principio che è importante per la nostra democrazia. Ma i cittadini soprattutto quanti hanno subito gravi ingiustizie, devono sapere che lo Stato gli è vicino, e che è anche attento nel tenere gli occhi sempre aperti su tutto quello che accade nella macchina della giustizia». Poi il guardasigilli aggiunge: «Cerco sempre di dimostrare totale vicinanza ai familiari delle vittime di reati violenti, e in questo caso non posso che rispondere dicendo che c’è totale vicinanza e disponibilità da parte mia, come ho già fatto in altre occasioni, all’incontro con questa famiglia. Queste famiglie che subiscono perdite per reati così violenti ed efferati hanno diritto a sentire lo Stato al loro fianco».

 

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