Prima era toccato ad un cagnolino, di razza meticcia, è vero, al quale però l’anziano padrone era assai affezionato. Poi ad una pecora e ad un agnellino. I tre animali sono morti per le gravi ferite riportate in due distinte aggressioni a distanza di pochi giorni l’una dall’altra. Questa volta la crudeltà dell’uomo non c’entra. Il cane sarebbe stato assalito da un cinghiale. Ad ipotizzarlo anche un veterinario che ha tentato invano di salvargli la vita.

 

Incolumità messa a rischio anche dai cani randagi

La pecora e l’agnello invece sarebbero vittime di un branco di randagi. In entrambi i casi comunque, non c’è da scherzare. Perché gli episodi si sono verificati nelle immediate vicinanze dell’Università della Calabria. In particolare nella zona di contrada Chiodo ad Arcavacata di Rende. Il problema del randagismo nell’area frequentata dai ragazzi non è nuovo: ciclicamente torna ad essere denunciato dalle associazioni studentesche insieme ad altri aspetti relativi alla sicurezza ed alla incolumità delle migliaia di persone che gravitano, anche nelle ore serali, intorno all’ateneo.

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Allertati i carabinieri della compagnia di Rende

L’eventuale presenza di cinghiali, avvalorata ma non confermata da un medico specialista, è un motivo di allarme in più. Gli episodi sono stati segnalati ai carabinieri di Rende che, certamente, non mancheranno di attivare tutte le cautele del caso.

Salvatore Bruno