Dalle carte dell’inchiesta sulla casa di riposo di Settingiano emergono nuovi particolari sulle presunte vessazioni. Intanto i legali della struttura reagiscono: «Solo qualche sgarbo»
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«Perché siete così cattivi con me, io non voglio male a nessuno». Così un'anziana che aveva necessità di andare in bagno si rivolgeva ai dipendenti della casa di riposo San Francesco hospital di Settingiano, venendo però «ignorata e sbeffeggiata». È questo uno dei casi citati nell'ordinanza emessa dal gip di Catanzaro che, su richiesta della Procura, ha disposto gli arresti domiciliari per due dipendenti della struttura ed il divieto di dimora per altri 3.
I fatti oggetto dell'indagine, condotta dalla Guardia di finanza, risalgono al periodo compreso tra il 2017 e il 2018. Per gli anziani anche riposarsi, secondo l'accusa, era praticamente impossibile. Uno degli arrestati, Giuseppe Bonifacio, per esempio, li infastidiva, si legge nel capo di imputazione, «fischiettando, battendo le mani, tirandoli dalle orecchie, e sferrando reiteratamente schiaffi nei loro confronti, anche mentre gli stessi dormivano sulle loro sedie, al fine di farli svegliare».
Dall'ordinanza emergono poi altri casi, come quello di un anziano che, per avere tentato di liberarsi dalla fascia di contenzione, sarebbe stato colpito, sempre da Bonifacio, prima dietro la nuca e poi con un pugno sul torace. In un altro caso, un operatore ha scagliato un piatto con un pezzo di torta addosso ad una donna perché quest'ultima aveva chiesto che lo lasciasse sul tavolo.
Accuse molto gravi che hanno determinato la reazione dei legali della casa di riposo. «Rispetto ai reati ipotizzati dal pm – scrivono in una nota -, il gip ha già escluso “la gravità indiziaria del reato di maltrattamenti con riferimento alla condotta di contenzione e vieppiù di quello del sequestro di persona” avendo gli stessi consulenti tecnici della Procura attestato come “i pazienti erano ospitati in più sale, erano tutti tranquilli e ben igienizzati, gli indumenti erano in ordine e normo inseriti, non erano presenti imbrattamenti del corpo o degli indumenti”».
Ad affermarlo, citando gli atti, sono gli avvocati Armando Veneto, Clara Veneto e Giacomo Maletta. «Il Gip - proseguono - ha definito essere “condotte numericamente esigue, poco invasive della sfera fisica e personale degli anziani, più spesso dirette verso oggetti che verso le persone e connotati nella maggior parte dei casi da atteggiamenti di scherno, sgarbo, noncuranza e fastidio più che di violenza fisica”».
I legali, prosegue la nota, ritengono di poter «facilmente dimostrare come l'azione giudiziaria sia infondata prendendo le mosse da calunniose denunzie di soggetti interessati a mettere in cattiva luce, per loro interessi, una struttura che ha ricevuto numerose e positive valutazioni dei Nas. Essa interviene proprio mentre, in parallelo, dovranno essere esaminate le numerose denunzie proposte nei confronti dei presunti diffamatori».
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