Una singolare storia di solitudine nel cuore della vallata dello Stilaro. Siamo a Pazzano, una manciata di case ai piedi del monte Consolino, al momento neanche sfiorate dalla pandemia. Ma l’ultimo Dpcm su bar e ristoranti vale per tutti e quindi anche per Mario, che puntualmente alle 18 mette dentro i tavolini e abbassa la saracinesca della sua attività che gestisce da 5 anni con il fratello. L’unico punto di riferimento di chi vive in questi luoghi dell'entroterra era proprio il bar del paese. Ma con la nuova stretta nella lotta alla diffusione del virus, la sensazione quì è di sentirsi più isolati del solito

 

«Lavoriamo in un paesino di 300 persone – racconta - in un posto così perdere il 70% degli incassi è pesante, perchè ciò ti può portare ad abbassare definitivamente la serranda. Secondo me applicare la stessa normativa delle metropoli, dove sono attivi focolai, ai piccoli centri è sbagliato». Dopo il primo lockdown per rimettere su il locale Mario ci ha impiegato 6 mesi, con la stagione estiva in parte compromessa. «E non sarà facile – ammette – superare l’inverno con delle restrizioni del genere».

 

Un'atmosfera surreale per gli avventori soprattutto più anziani, che vedono stravolte di colpo le loro abitudini nelle fredde notti di novembre. «Non saremo certo noi a cambiare i decreti governativi – spiega un cliente – ma ci hanno tolto un punto di ritrovo abitudinario e importante. Se tutti si attenessero alle disposizioni – conclude un cittadino - il virus circolerebbe di meno».