Un’immagine che sa di sconfitta, l’ennesima, per la sanità nella provincia di Reggio Calabria. Nell’androne del reparto di radiologia degli ospedali Riuniti di Reggio Calabria sono presenti nello stesso momento quattro pazienti, che attendono di essere sottoposti di esami radiologici, assistiti dal personale del Suem 118. Equipe e pazienti provengono da Locri, Melito, Polistena e Taurianova, vale a dire i presunti ospedali gestiti dalla famigerata Azienda sanitaria di Reggio Calabria.

 

Il nostro network si è occupato e ha documentato nel corso degli ultimi mesi le carenze strutturali e di apparecchiature mediche dei presidi ospedalieri della provincia di Reggio Calabria. Tra queste proprio quello della mancanza della tac. In tutta la provincia, ad eccezione del Grande ospedale metropolitano che è gestito da un’azienda a parte, ci sono due tac: a Polistena e a Locri. La prima funziona da mesi a singhiozzo: è rimasta rotta per settimane, poi aggiustata e ora di nuovo ferma. A Locri, invece, l’apparecchiatura radiologica funziona ma mancano i radiologi. Una situazione che ha spinto tutta l’utenza verso il capoluogo di provincia. E si torna, quindi, a quelle foto: ai pazienti in lettiga con i sanitari del 118 ad accudirli in attesa di poter essere sottoposti all’esame.


La situazione a suo modo drammatica denunciata nelle scorse settimane dalla Uil Funzione pubblica attraverso il segretario Nicola Simone che, ritornando sull’argomento, parla senza mezzi termini di  «”reiterata incapacità gestionale o meglio”. O meglio “la non comune incapacità gestionale” di chi è preposto a guidare le sorti sanitarie del territorio...quattro mezzi di soccorso, quattro equipaggi (sottratti ai loro rispettivi territori di competenza), il disagio doloroso ed il pericolo per i pazienti dovuto alle lunghe percorrenze, l’inaudito ritardo nel poter fare diagnosi (quando anche i minuti possono essere importanti) lo spreco di danaro pubblico, l’usura di uomini e mezzi oramai allo stremo, tutto ripreso da una semplice “istantanea” tesa a dimostrare plasticamente il concreto degrado sanitario in cui è piombata una intera comunità».


La gravità della situazione è aggravata da un dato: a Locri le apparecchiature sono funzionanti, ma mancano i radiologi. Sarebbe bastato trasferire gli specialisti delle altre sedi dove le apparecchiature sono invece ferme.
«A cosa servono – tuona Simone - i decreti salva sanità, i Consigli dei Ministri a Reggio, i “Generali ad acta”, i super commissari prefettizi, gli ineffabili Direttori del Dipartimento regionale, se poi anche con il mancato funzionamento sincronizzato dispositivi diagnostici si condanna a morte un popolo. Per la Triade commissariale, con staff al seguito, si sta profilando, purtroppo, l’ennesimo rovinoso flop con inaudite conseguenze per o cittadini…Qualcuno diceva che a pensare a male si fa peccato...a tale proposito dobbiamo probabilmente dare ragione a quanti ritengono che i trasferimenti dei sanitari avvengono solo se opportunamente stimolati dal meccanismo delle lautamente retribuite “prestazioni aggiuntive”? Ma cosa dovrà mai ancora avvenire? Quanti cittadini devono ancora morire?».