«È un'indagine importante perché rende più libera la città di Catanzaro, togliendo una cappa che incombeva su famiglie e persone». Con queste parole il procuratore capo del capoluogo calabrese, Nicola Gratteri, dà la misura del significato dell'inchiesta "Passo di Salto" con cui stamane è stata disarticolata un' organizzazione criminale che aveva il monopolio del traffico di droga in gran parte del territorio cittadino. Cinquantadue gli arresti ordinati dalla Dda.

 

«Un'inchiesta - ha aggiunto Gratteri - che poteva essere conclusa prima se ci fossero stati uomini e mezzi adeguati, ma che abbiamo portato a termine adesso che abbiamo uomini e mezzi adeguati».


Il procuratore ha illustrato in conferenza stampa l'esito del blitz congiunto di Polizia e Arma dei carabinieri che ha confermato la presenza, a Catanzaro, di una consorteria che - ha spiegato ancora Gratteri - aveva importanti collegamenti con le più agguerrite famiglie di 'ndrangheta della Locride, come i Pizzata e una 'ndrine dei Pelle di San Luca, e del Crotonese, in particolare quelle di Isola Capo Rizzuto. «Particolarmente significativo - ha proseguito Gratteri - e' il fatto che l'organizzazione catanzarese avesse rapporti stretti con i fornitori della fascia jonica reggina: vuol dire che il sodalizio era credibile e affidabile agli occhi di cosche che sono molto dure e diffidenti e che non accettano di sedersi a un tavolo con chiunque».

 


Al centro dell'attenzione degli investigatori il ruolo di Santino Mirarchi, oggi collaboratore di giustizia dopo essere stato esponente di spicco di un'organizzazione che – è stato rimarcato in conferenza stampa - «da impresa criminale a conduzione familiare ha fatto una veloce ascesa grazie ai rapporti con cosche potentissime». Cosche che, ha rimarcato a sua volta il procuratore aggiunto della Dda di Catanzaro, Vincenzo Luberto, «hanno optato un certo disimpegno dal traffico di droga, ritenuto troppo rischioso e quindi lasciato in gestione alla consorteria catanzarese, anche se sempre mantenuto sotto il loro controllo». Luberto ha anche rimarcato la pericolosita' di questa organizzazione, capace di spacciare anche nei pressi delle scuole.


A sua volta l'altro procuratore aggiunto della Dda, Vincenzo Capomolla, ha ricordato le tappe di un'inchiesta che e' partita nel 2009: «In quell'anno in cui - ha riferito - gli investigatori hanno incominciato a monitorare l'attivita' e l'ascesa del gruppo criminale catanzarese, e successivamente le attivita' illecite di questo gruppo si sono intrecciate con tante altre al centro di altre nostre inchieste come ad esempio quella denominata 'Johnny'».