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“Se adesso va bene facciamo come a Scampia”. Le intenzioni di Santino Mirarchi, riconosciuto come organizzatore della fitta rete di spaccio operante nella zona sud della città, era di emulare il modello Scampia nella vendita della sostanza stupefacente, conformandone la roccaforte situata nella zona di viale Isonzo e di via Sardegna e nel quartiere dell’Aranceto. Lo dice lo stesso Mirarchi a Luigi Attinà alias Lillo in macchina ascoltato però dagli investigatori.
Le intercettazioni
Mirarchi: “Mamma mia ho visto un reportage, fa paura! Ma fa paura davvero Lillì. Scampia fa paura, neanche gli passa dell'anticamera dei sbirri. Prendono un palazzo lo chiudono; un portone, lo vedi il portone come questo, fanno un buco e vendono la droga. I drogati non vedono a loro in faccia, i sbirri non vedono a loro in faccia e vendono, vendono, vendono. Fuori c'è una sentinella, fuori che quando vede che va qualche sbirro o una pattuglia fa un fischio”.
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Il mercato
La circostanza è stata riferita anche nel corso della conferenza stampa dal comandante del reparto operativo dei carabinieri di Catanzaro, Alceo Greco, il quale ha precisato che la proposta di “importare” il modello Scampia era motivato dall’ampiezza del mercato che avrebbe richiesto una migliore organizzazione.
Luana Costa