Una stazione della Via Crucis dedicata a Mimmo Lucano. Il nome dell’ex primo cittadino di Riace, condannato in primo grado a 13 anni di reclusione per illeciti sulla gestione dell’accoglienza ai migranti, è stato inserito nel programma del rito quaresimale in occasione della giornata in memoria dei missionari martiri, che si è celebrata ieri in tutta la Chiesa italiana con lo slogan “Voce del Verbo”, arrivata alla trentesima edizione. Promossa da Missio Giovani, organismo pastorale della Cei, ha l’obiettivo di rendere viva la presenza di chi ha annunciato il Vangelo con passione e coraggio, anche a costo della vita.

Il riferimento a Lucano, definito esempio di «audacia e ospitalità nell’accoglienza», spunta nella nona stazione, quella in cui Gesù cade per la terza volta, sul tema della frattura delle migrazioni, associato ad alcuni versi del Vangelo secondo Luca («Chi accoglie questo fanciullo nel mio nome, accoglie me; e chi accoglie me, accoglie colui che mi ha mandato. Poiché chi è il più piccolo tra tutti voi, questi è grande»). La data del 24 marzo non è scelta a caso. Infatti nel 1980 venne ucciso monsignor Oscar Romero, vescovo di San Salvador nel piccolo Stato centroamericano di El Salvador.

La celebrazione annuale di una Giornata di preghiera e digiuno in memoria dei missionari martiri prende ispirazione da quell’evento sia per fare memoria di quanti hanno immolato la propria vita seguendo i principi di carità cristiana. «Dovranno indagare il Papa per favoreggiamento di un fuorilegge?» - è stato il lapidario commento di Lucano. Altre stazioni della Via Crucis sono dedicate a Carola Rackete, Gino Strada e Greta Thumberg.