Una donna con una gravidanza a termine, un padre preoccupato e la chiamata nelle prime ore del mattino di oggi al 118 di San Giovanni in Fiore. È la storia della nascita della piccola Giulia, venuta al mondo alle 5.35 in casa, in un appartamento di via I Maggio nella zona bassa della cittadina florense. Si tratta del terzo caso in pochi mesi di nascite in emergenza nel centro silano, che da anni lotta contro la chiusura del reparto di Ostetricia e Ginecologia, con le donne costrette a recarsi negli ospedali di Crotone e Cosenza, che distano rispettivamente 50 e 60 chilometri.

La donna, alla seconda gravidanza, alle 5 del mattino ha rotto le acque ed è entrata in travaglio con il marito che ha allertato il Suem 118, giunto in pochi minuti nell'abitazione dei coniugi. L’equipe del 118 formata dal medico Giuseppe Sinopoli, medico della Pet di San Giovanni in Fiore, dall’infermiere Antonio Carbone e dall'autista Salvatore Mancina si è resa conta dell'impossibilità del trasferimento e della necessità di procedere con il parto in caso.

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La donna ha partorito con l'ausilio del personale sanitario che l'ha stabilizzata e ha proceduto al trasferimento di mamma e figlia in ambulanza al San Giovanni di Dio. Per il trasferimento della piccola Giulia è stata allertata anche l'infermiera Pina Tallarico, già ostetrica fino a qualche anno fa nel reparto di Ostetricia e Ginecologia sangiovannese chiuso ormai da anni. 

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La mamma e la piccola stanno bene, ma nel centro silano continuano a susseguirsi parti in condizioni di emergenza, rendendo sempre più necessario la valutazione di una riapertura del reparto o l'apertura di un punto nascita, ma anche l'attivazione dei trasporti Sten (trasporto neonatale in emergenza) e Stam (trasporto materno in emergenza). Soluzioni importanti richieste da anni dalle associazioni presenti sul territorio, su tutte Donne e Diritti che sulla sanità conduce battaglie importanti.