«Mio figlio non può permettersi di saltare questa visita specialistica, se c’è qualcuno che ci può aiutare gliene sarei grato con tutto il cuore». A parlare così è Giuseppe Ficara, 38 anni, padre di un bambino di otto anni affetto da una grave forma di autismo. Con molta umiltà e dignità Giuseppe ci ha raccontato le grandi difficoltà che ogni giorno deve affrontare per mantenere la famiglia e soprattutto assicurare la giusta serenità al proprio piccolo. Una serenità che potrà essere interrotta se non riuscirà, il 3 maggio prossimo, a recarsi dai medici dell’istituto “Stella Maris” di Calambrone, in provincia di Pisa. Qui il piccolo deve necessariamente effettuare degli esami specifici utili alla terapia. «Solo due anni fa – afferma- abbiamo scoperto la sua patologia. Ha anche una lesione al cervelletto che ci preoccupa molto ed è per questo che occorre che venga valutato dagli specialisti». Giuseppe, però non ha la possibilità economiche per effettuare questa trasferta in Toscana. Ha un contratto part-time di sole 12 ore settimanali e con 300 euro deve mantenere sia la moglie, disoccupata, che il figlio malato per cui non riceve alcun aiuto dallo Stato.

 

Giuseppe vorrebbe solo  vivere senza l’assillo di non arrivare a fine mese ed è per questo che ha una grande paura. «Ho paura di non riuscire a dare un buon futuro a mio figlio. Voglio solo il meglio per lui. Voglio che non patisca mai quello che sto patendo io. Vivere in condizioni di povertà non è bello - ci dice con la voce rotta dall’emozione- ed è per questo che spero di potergli dare tutto il supporto necessario affinché un domani possa essere felice; la sua felicità è la cosa che desidero di più». Suo figlio ha bisogno costantemente di essere seguito. «Ha sempre bisogno di noi che lo accudiamo con grande attenzione. Spesso- afferma Giuseppe- ha dei mal di testa molto forti».  La vita di questa famiglia non è per nulla facile. Giuseppe non riesce a pagare l’affitto da cinque mesi e ha già ricevuto uno sfratto. Ha chiesto al Comune reggino l’assegnazione di un alloggio popolare, ma non ha ricevuto risposte e continua a vivere con la sua famiglia  in una casa piccola e fatiscente. «Ho chiesto tante volte- dichiara-di poter usufruire di una casa popolare. Io non la voglio gratis. Se c’è da pagare è giusto che lo faccia, ma almeno che sia messa in buone in condizioni. L’alloggio dove abitiamo ha un grande problema di umidità e in alcuni punti quando piove l’acqua entra dentro».

 

Ed è per questo che Giuseppe si rivolge proprio al primo cittadino reggino Giuseppe Falcomatà chiedendo di valutare la sua situazione e di metterlo in condizione di poter usufruire dell’edilizia residenziale pubblica. «Chiedo al sindaco di non abbandonarci. Di non abbandonare mio figlio. Ho chiesto tante volte di poter parlare con lui o con chi si occupa di queste situazioni, ma non mi hanno mai ricevuto. Ricevere “porte in faccia” è umiliante». Ed è anche umiliante, per un giovane padre, non riuscire ad offrire opportunità di svago al proprio figlio. «Vorrei tanto iscriverlo in qualche società sportiva, a lui piace molto il basket, ma non ho la certezza di potergli garantire continuità. Mi si spezzerebbe il cuore se, dopo un periodo, dovesse interrompere lo sport perché non ho la possibilità di pagare le rette». Suo figlio, nonostante la malattia, capisce bene la situazione in cui versano i genitori. Come Giuseppe ci ha raccontato il bambino sa di non poter chiedere regali costosi o particolari. Si accontenta di poco, di qualche peluche, di giochini semplici. «Mi dice sempre di non preoccuparmi, racconta il padre, mi dice che “non fa niente”, ma tutto questo un bambino non se lo merita».

La gara di solidarietà

Per il suo piccolo è partita una gara di solidarietà. È stata l’associazione “un mondo di mondi”, presieduta da Giacomo Marino, a lanciare un appello alla comunità reggina e calabrese in generale. Ancora, però le donazioni non sono state sufficienti a raggiungere la cifra per effettuare questa trasferta. A Pisa dovranno dovrà stare almeno una settimana e al momento non hanno la possibilità di partire. Chiunque volesse aiutarli può richiedere informazioni  all’indirizzo mail unmondodimondirc@gmail.com  e sarà l’associazione a mettere in contatto con la famiglia.

Aiuto anche per il lavoro

Giuseppe non ha alcuna intenzione di stare con le mani in mano. Ha tanta voglia di lavorare e di mantenere da solo il proprio nucleo familiare. È disposto a fare qualsiasi tipo di attività per poter assicurare un destino diverso ai propri cari. «Ho tanta voglia di lavorare- ci dice- chiunque volesse offrirmi una possibilità sono disposto a fare tutto. Ho voglia di imparare, di mettermi in discussione, e se qualcuno volesse aiutarmi mi permetterebbe di cambiare non solo la mia via vita, ma anche quella di mio figlio». Giuseppe lancia un appello anche per la moglie. «Se c’è qualcuno che ha bisogno, sempre tramite l’associazione, può comunicarcelo. Vogliamo solo crescere nostro figlio in maniera onesta e dignitosa».