Ha 19 anni e ha partecipato alle selezioni calabresi per la kermesse della famiglia Mirigliani che proprio in questi giorni ha lanciato una campagna contro la violenza sulle donne
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Torna a casa in treno dopo una sfilata Elisabeth. Guarda verso il finestrino con il suo naso all'insù, l'ha ereditato dalla mamma, dice. Non quella che andrà a prenderla in stazione e che l'ha cresciuta con tanto amore, ma l'altra, quella che l'ha messa al mondo senza avere la stessa fortuna. Aveva solo 6 anni quando l’ uomo che non riesce più a chiamare papà gliel'ha portata via nel modo più barbaro possibile: colpita a morte con due colpi di fucile e poi presa a calci di fronte a lei e ai suoi due fratelli. L’epilogo di una serie di violenti litigi per una separazione che si è trasformata in tragedia.
Elisabeth partecipa a Miss Italia
Ma il suo ricordo, quello, non lo ucciderà mai nessuno. Veniva dalla Germania, era fiera e bella la sua mamma. Ed è per questo che quando Elisabeth sale su una passerella o posa per una foto mette da parte timidezza e fragilità e “combatte” per entrambe. Le selezioni di Miss Italia in Calabria sono un gioco per lei. E’ una semplice matricola all'università di Catanzaro. Non ambisce a diventare una modella professionista, ma ha tanto da dimostrare a sé stessa e agli altri.
La campagna #orangetheworld
Anche lei ha raccolto l’appello lanciato sui social da Patrizia Mirigliani patron del concorso più famoso d’ Italia aderendo sino al 10 dicembre, in segno di solidarietà, alla campagna Onu #orangetheworld contro la violenza sulle donne. Una donna non è un oggetto, non può avere paura di essere indipendente, di sentirsi a suo agio col proprio corpo, vivere nell'ombra e nel silenzio solo per contenere la gelosia di un compagno. Elisabeth adesso sa cos'è l'affetto sincero, gliel'hanno insegnato i suoi genitori adottivi. Ha 19 anni, vive a Girifalco con la sua nuova famiglia da quando ne aveva nove, sono lontani gli anni passati in orfanotrofio e si ritiene fortunata rispetto ai fratelli che hanno dovuto farcela da soli, ma che riesce a vedere di tanto in tanto. Una ferita che non si rimarginerà mai.
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Elisabeth e suo padre: tredici anni dopo
Per 13 lunghi anni Elisabeth non ha voluto vedere l’assassino di sua madre. Poi quest’estate ha trovato il coraggio di incontrarlo di chiedergli perché quella maledetta notte abbia fatto prevalere rabbia e violenza. Non lo perdonerà mai ma resta sangue del suo sangue.
La forza di una Donna
“Le amare conseguenze di un gesto folle si ripercuotono su tutti, una famiglia, un’intera comunità seminando distruzione”. Questo sente di dire agli uomini che al contrario di suo padre fanno ancora in tempo a fermarsi. E alle donne dice di “farsi aiutare, di riconoscere anche la più blanda forma di violenza e condannarla prima che sia troppo tardi”. Se oggi Elisabeth è pronta a raccontare la sua storia, dopo aver portato questo pesante fardello per anni, è perché finalmente ha capito che la sua disgrazia ed il suo dolore, rappresentano la sua forza. La forza di una Donna.
Erica Cunsolo