Sono raccapriccianti i particolari che emergono dagli interrogatori dell’adolescente che ha denunciato il padre acquisito, un pastore 50enne. Costretta insieme ai suoi fratelli a badare alle capre dalle 6 del mattino fino a mezzanotte. Poi le impiccagioni di cani a cui dovevano assistere. Infine la fuga in Campania e la denuncia
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Un padre padrone, sadico e violento. Anche stupratore. Il profilo di Michele M., allevatore paolano di circa 50 anni, è impietoso per come viene fuori dai racconti dei suoi familiari. Proprio loro, dopo essere fuggiti lontano da lui, in quel di Pozzuoli, hanno raccontato ai carabinieri tutte le vessazioni subite nel corso degli anni, determinando così il suo arresto disposto lo scorso venerdì dal gip di Paola su richiesta della locale Procura. La donna con cui è attualmente sposato, ha avuto da lui due figli che oggi hanno sette e undici anni. Altri due li aveva avuti dall’unione con il precedente marito: un ragazzo di ventitré anni che oggi risiede al Nord e poi una quindicenne, personaggio chiave di questa vicenda. Al momento, infatti, sono sue le dichiarazioni più forti e incriminanti nei riguardi del patrigno.
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Ai carabinieri la ragazza ha raccontato di come quest’ultimo costringesse lei e i suoi fratelli a lavorare nel piccolo allevamento di capre di cui è proprietario, dalle sei del mattino fino a quasi mezzanotte, con una breve pausa concessa solo per pranzare. Se qualcuno si rifiutava, allora li trascinava per i capelli, ricoprendoli di insulti e minacce. Ma questo è solo l’assaggio. L’aguzzino avrebbe costretto la ragazza ad assistere anche all’esecuzione di animali: oltre alle pecore anche cani, uccisi a colpi di pistola o mediante impiccagione. Non è ancora l’inferno, ma solo la sua anticamera. L’escalation del racconto culmina nelle violenze sessuali di cui sarebbe stata vittima fin dall’età di dieci anni: dapprima solo palpeggiamenti, poi veri e propri stupri a cadenza quotidiana, anche più volte al giorno.
La minore si sarebbe confidata con un adolescente di poco più grande di lei e poi con una parente acquisita. Il primo le avrebbe consigliato più volte di raccontare tutto a sua madre, dall’altra invece avrebbe ottenuto solo un invito al silenzio. Se alla fine ha scelto la prima opzione, lo si deve a un litigio fra la mamma e al patrigno al quale ha assistito una sera, circostanza che le avrebbe dato coraggio per parlare con lei dell’accaduto. La donna, però, non si sarebbe fidata del tutto, ragion per cui la ragazza avrebbe deciso di procurarle una prova inoppugnabile: il suo calvario immortalato in un video. Di lì a poco, infatti, sarebbe riuscita a immortalare il suo patrigno mentre era intento a violentarla, trasmettendo poi il filmato alla mamma. Quest’ultima, messa davanti a quell’evidenza, sarebbe poi fuggita in Campania insieme ai figli, innescando così la deriva giudiziaria della vicenda.
Vicenda delicata e con tanti aspetti ancora da chiarire. Il famigerato video, tanto per dirne una, la vittima l’avrebbe girato dal telefonino dell’indagato per poi trasferirlo, tramite messaggistica istantanea, su quello della mamma. Il tutto mentre su di lei si stava consumando la violenza sessuale. A ciò si aggiunge un altro particolare: anche il precedente matrimonio della donna si era chiuso in modo analogo, con una denuncia che aveva portato a una misura cautelare nei confronti del primo marito. Da un lato, dunque, un racconto che per il momento è stato ritenuto credibile dal giudice, ma che è ancora tutto da verificare fin nei minimi dettagli; dall’altro una personalità – quella di Michele M. – che almeno in apparenza, presta il fianco ai sospetti del caso. Già noto alle forze dell’ordine, l’uomo è stato coinvolto in passato in alcuni casi di aggressione, che lo hanno visto protagonista sia nel ruolo di carnefice che in quello di vittima. Liti maturate in un clima di rapporti tesi fra allevatori, per motivi di pascolo e di sconfinamento delle greggi, ed è n questo contesto turbolento, negli anni passati si sarebbe verificato persino un omicidio. Per quest’ultimo episodio, Michele M. è stato anche indagato, senza però ulteriori conseguenze giudiziarie. Insomma, personaggio irascibile e incline alla violenza, ma è anche l’orco delle favole descritto nell’ultima denuncia sporta contro di lui?
Al momento, il diretto interessato si trova recluso in isolamento nel carcere di Paola ed è in attesa dell’interrogatorio di garanzia che si terrà da qui a poche ore.