L'uomo, operaio della Forestale, fu trucidato da un sicario che avrebbe dovuto uccidere Giuliano Serpa, ritenuto intraneo all'omonimo clan di 'ndrangheta. Questa sera verrà ricordato nel corso della Giornata della Memoria e dell'impegno, a cui prenderà parte, tra gli altri, Eugenio Facciolla, il procuratore che all'epoca dei fatti convinse il killer a confessare e a collaborare con la giustizia
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A volte capita che nelle guerre tra mafiosi ci finiscano per sbaglio anche persone innocenti. E' successo anche a Paola, esattamente 15 anni fa, quando a perdere la vita fu Tonino Maiorano, operaio della forestale finito a colpi a di pistola da un sicario che sbagliò obiettivo. Quella mattina a morire, per un regolamento di conti, doveva essere Giuliano Serpa, ritenuto intraneo all'omonimo clan, ma una valutazione errata ha cambiato il corso del destino. Questa sera Tonino verrà ricordato nel corso dell'evento "Giornata della Memoria e dell'impegno", dapprima durante la messa in suffragio delle vittime innocenti della criminalità organizzata, poi nella tavola rotonda "Antimafia e politica" a cui prenderanno parte Roberto Perrotta, sindaco di Paola, Antonio Cassano, vicesindaco, Ercole Giap Parini, docente Unical, ed Eugenio Facciolla, attuale il procuratore capo della procura della Repubblica di Castrovillari che, all'epoca dei fatti, dalle stanze della procura paolana fece "crollare" il sicario, restituendo così verità e giustizia alla famiglia della vittima. A moderare il dibattito sarà Graziano Di Natale, presidente del consiglio comunale di Paola e consigliere provinciale del Pd.
Tonino Maiorano ucciso al posto di Giuliano Serpa
E' la mattina del 21 luglio 2004, Tonino Maiorano, operatore radio della forestale, come tutte le mattine si reca sul posto di lavoro, che in quel periodo è la postazione antincendio del Consorzio di bonifica della Valle Lao, allestita al campo sportivo di Paola. Ma quella mattina la morte si traveste da giornale e si fa beffa dell'uomo. L'operaio, infatti, ha il volto coperto dalle pagine del quotidiano che sta leggendo un quotidiano e proprio come il suo collega Giuliano Serpa, vero obiettivo designato, ha i capelli brizzolati. Quando il sicario si presenta sul posto ha fretta di sparare, quell'agguato gli frutterà 50mila euro. Così partono due colpi, la vittima fugge ma inciampa e quando è a terra il killer gli dà il colpo di grazia per assicurarsi che sia morto. Quando però va a riscuotere la somma, i clan che gli hanno commissionato l'omicidio, maturato nel bel mezzo di una guerra di mafia, gli dicono che ha sbagliato bersaglio. Il pregiudicato Giuliano Serpa è vivo e vegeto e la ricompensa scende da 50 mila a 30mila euro, cifra che incasserà solo se farà fuori altre tre persone. Per la morte di Tonino Maiorano, l'uccisore riceverà comunque la somma di 10mila euro, ma di lì a poco il pm Eugenio Facciolla lo convincerà a diventare un collaboratore di giustizia, circostanza che contribuirà a spedire i mandanti del delitto dritto in carcere e con una pena all'ergastolo sulle spalle.