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Associazione a delinquere, truffa aggravata, abuso di ufficio, falsità ideologica commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici, falsità materiale commessa dal privato e simulazione di reato. Una sfilza di ipotesi di accusa che pesano come macigni su quaranta indagati, tra sindaco, assessori, consiglieri, il capo della polizia municipale del Comune di Catanzaro, vigili compresi, coinvolti nell’inchiesta battezzata “Palazzo degli ignobili”, istruita dal sostituto procuratore della Repubblica di Catanzaro Gerardo Dominijanni.
Molti nomi erano già usciti più di un anno fa, messi nero su bianco in alcune intercettazioni telefoniche e ambientali, che avevano svelato il mal costume di politici e amministratori, altri risultano nelle 43 pagine dell’ordinanza firmata dal gip del Tribunale del capoluogo Ilaria Tarantino, notificata agli indagati dagli uomini della Digos che hanno svolto le indagini. La più grave accusa di associazione a delinquere pende come una spada di damocle sugli ex assessori comunali Massimo Lomonaco , Stefania Lo Giudice, il capo della polizia municipale Giuseppe Antonio Salerno e il maggiore Salvatore Tarantino. I primi due per acquisire consenso elettorale e gli altri due per ottenere prestigio in ambito politico si sarebbero associati per far ottenere o conseguire ingiusti profitti patrimoniali con l’annullamento illegittimo di una valanga di multe, abusando e strumentalizzando il potere e le funzioni di cui erano investiti. Tra gli indagati il primo cittadino di Catanzaro Sergio Abramo e il consigliere Domenico Tallini, sotto accusa con l’ipotesi di abuso di ufficio. ll sostituto procuratore, titolare del fascicolo, aveva chiesto in tutto quindici misure interdittive e cautelari per un giro di multe stracciate agli amministratori comunali e ai loro amici. Dietro le sbarre doveva finire il tenente colonello Salvatore Tarantino, mentre ai domiciliari gli ex assessori Massimo Lomonaco, Stefania Lo Giudice e il capo del corpo di Polizia municipale Giuseppe Antonio Salerno. Il gip ha bocciato le richieste cautelari, pur ritenendo sussistenti i gravi indizi di colpevolezza, a carico di Lomonaco e Logiudice, ma non esiste il pericolo di reiterazione del reato, atteso che entrambi non ricoprono più alcuna carica all’interno dell’amministrazione comunale catanzarese, né sussiste il concreto pericolo che gli indagati possano inquinare le prove.
Quanto alle posizioni di Tarantino e Salerno il giudice per le indagini preliminari ritiene eccessiva la richiesta dell’applicazione della misura cautelare in relazione alle modalità e alle circostanze dei fatti contestati, mentre verranno vagliate le interdittive dai pubblici uffici non solo per lo stesso tenente colonello e per il capo della Polizia municipale ma per altri dieci vigili finiti sotto inchiesta. Si tratta di Domenico Amico, Luciano Calabrese, Giuseppe Canino, Rocco Cristallo, Maria Teresa De Masi, Ivan Larocca, Umberto Raimondo, Luigi Sacco, Luigi Talarico, Luigi Veraldi. Il gip si riserva di decidere, previo interrogatorio, programmato il 20 aprile in aula bunker.
I NOMI DEI 40 INDAGATI
Massimo Lomonaco; Stefania Lo Giudice, Salvatore Tarantino, Giuseppe Antonio Salerno, Domenico Tallini, Sergio Abramo, Carlo Nisticò, Amedeo Cardamone, Domenico Amico, Adelina Angotti, Rosaria Paola Barbuto, Francesco Basile, Luciano Calabrese, Giuseppe Canino, Antonio Celi, Rocco Cristallo, Maria Teresa De Masi, Maria Teresa Di Martino, Ubaldo Errigo, Giuseppe Fazio, Ferdinando Greco, Ivan L’Arocca, Vincenzo La Croce, Rosario Lo Stumbo, Orlando Nisticò, Antimo Paternuosto, Francesco Pellegrino, Umberto Raimondo, Giovanni Rubino, Gianfranco Rotundo, Alessandro Rubino, Leonardo Rubino, Luigi Sacco, Luigi Talarico, Massimo Tomaselli, Ivan Tucci, Pasqualina Usai, Maurizio Valente, Luigi Veraldi e Santo Veraldi.
Gabriella Passariello