Sembrano preoccupare poco le dimissioni (solo da responsabile alla sicurezza) del project manager. Fondamentale il tavolo di fine mese per la valutazione al ribasso di ognuno dei 500 elaborati della variante che ha fatto lievitare i costi fino a 300 milioni
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Molte nubi si addensano sull’ospedale della Sibaritide, ma in attesa di schiarite. L’opera sta attraversando, ad oggi, un momento di impasse tra cantieri pressoché fermi dopo la conclusione dei lavori strutturali, notizie preoccupanti e certezze, come quella della Regione di voler portare l’opera a compimento dopo attente valutazioni sulla variante. Un progetto di ammodernamento, quello presentato dalla società concessionaria (la D’Agostino), alla Regione (il concedente) da 500 elaborati che serviranno ad effettuare un importante upgrade, a proiettare in un futuro abbastanza remoto - diciamo 25 anni - un ospedale nato nel passato, ovvero progettato nel 2013. E che ha fatto lievitare i costi a (circa) 300 milioni rispetto ai 144 ipotizzati inizialmente ed ai 22 spesi fino ad oggi per concludere le opere strutturali, lo scheletro.
In tutto questo sembra esserci una deadline - l’ennesima - prevista per fine mese, quando i tecnici della Regione e della D’Agostino ratificheranno un primo accordo preliminare già concordato, questa volta al (sostanziale) ribasso. Il concedente ad oggi sta valutando ognuno dei 500 elaborati della variante con l’obiettivo di giungere ad una congrua riduzione della valutazione progettuale, in un’ottica di economicità. E per questo la Regione avrebbe interpellato anche il Dipartimento per la programmazione e il coordinamento della politica economica della Presidenza del Consiglio dei Ministri.
Quelle nubi, quindi, sembrano ancora aleggiare sul cantiere di contrada Insiti, terra di mezzo tra Rossano e Corigliano. Anche perché la notizia secondo cui il project manager, il giovane ingegnere di Corigliano Rossano formatosi al nord, Domenico Petrone, si sia dimesso - ma da quanto appreso solo da alcune deleghe come quella di responsabile della sicurezza - destabilizzano ambiente e prospettive.
In attesa della prossima tramontana che potrebbe spazzare via i nuvoloni, a voler essere ottimisti, la consegna chiavi in mano prevista prima nel 2025 e poi nel 2027, ovvero tra quattro anni, potrebbe - il condizionale è d’obbligo - avere fondi di verità. Soprattutto perché più volte il presidente della giunta regionale, Roberto Occhiuto, ci ha messo la faccia ed in una fase in cui anche l’ospedale della Piana di Gioia Tauro - pure questo concesso alla D’Agostino - potrebbe presto subire un’accelerata dopo la risoluzione di alcune grandi rebus.
Straface: «Le dimissioni di Petrone? Notizia non notizia»
Sulla questione è intervenuta in serata Pasqualina Straface, consigliere regionale di Forza Italia e presente della commissione Sanità. «Il dato di fatto è che la Regione sta portando avanti le operazioni tecniche, funzionali ed economiche necessarie a individuare una soluzione approvabile e sostenibile in relazione alla variante in corso d’opera, anche ai fini del finanziamento dei maggiori costi per i lavori. La non notizia è che le dimissioni del project manager dell’azienda concessionaria debbano essere argomentate dalla politica quando si tratta di dinamiche interne ad un’azienda privata e dunque non oggetto di qualsivoglia valutazione istituzionale».