L’allarme era stata lanciato mesi fa: la terapia intensiva neonatale dell’ospedale di Crotone rischia la chiusura, denunciava l’associazione Noi mamme e bebè a inizio gennaio scorso. Ora, quel rischio si è purtroppo concretizzato e la carenza di personale all’interno del reparto di Neonatologia ha portato non solo alla chiusura della Tin ma anche alla sospensione delle attività ambulatoriali.

«Sono mesi che ci appelliamo a politica e istituzioni, chiedendo di fare qualcosa. Capiamo che la situazione sia difficile, sappiamo che l’ospedale in generale è in sofferenza, ma ci saremmo aspettati maggiore attenzione su questo reparto, che porta vita. Purtroppo questo non è avvenuto» spiega con amarezza Marianna Barilari, vicepresidente di Noi mamme e bebè.

Con la Tin chiusa, le donne a rischio di parto pretermine saranno costrette a spostarsi in altri ospedali: «Dovranno viaggiare con tutto il carico emotivo che già la situazione comporta. Il parto è un momento bellissimo e di felicità, ma non si può prevedere quando avverrà esattamente e se ci saranno complicanze» aggiunge.

Attualmente i medici in servizio nel reparto di Neonatologia sono solo quattro (più il primario). Per sopperire alle carenze di personale medico, è da tempo che si parla dell’arrivo di due nuove unità, che potrebbero prendere servizio a breve: «Ma non saranno sufficienti per garantire la riapertura della Tin, serviranno per la riattivazione dei servizi ambulatoriali, la cui sospensione è stata una cosa atroce».

Noi mamme e bebè torna dunque a mobilitarsi e lo fa partendo dai social, dove è stato lanciato l’hashtag #unitiperlatin: «Chiediamo a tutti di utilizzarlo affinché diventi un messaggio di tutta la città e la provincia di Crotone. È una battaglia di civiltà, una protesta civica» spiega Barilari, annunciando iniziative più incisive «se il reparto non dovesse tornare a lavorare a pieno regime. Noi chiediamo che la Neonatologia torni a funzionare perché era un reparto d’eccellenza».